Il simbolo dell'impegno sociale e del rigore nella professione di Susetta Guerrini, giornalista locale scomparsa nel 1991 a 39 anni, a cui il Comune di Latina ha voluto ritagliare uno spazio nella toponomastica cittadina, va sicuramente oltre una targa su un paletto di legno ammalorato dalle intemperie. Ma vedere il suo volto sommerso dall'erba nella totale incuria e in punti differenti dell'Oasi Verde Q4 è molto più che prendere atto semplicemente dell'ennesimo segno dell'indecoroso stato in cui versano pezzi di Latina, declinata nel nome come città dei diritti e della bellezza, ma da tempo relegata nei fatti alla brutta copia di un luogo civile.

Appannati sui propri simboli

Perché delle intitolazioni di spazi fino a quel momento anonimi e incolori questa amministrazione ha fatto il suo motivo di orgoglio, il tema da cui partire per avviare un discorso che riannodasse cultura e luoghi. E constatare la sciatteria, il mancato decoro, l'incuria degli stessi arredi a cui l'amministrazione aveva dato lustro e importanza appena un anno fa, dimostra che la stessa non è riuscita a sostenere nemmeno i suoi "simboli", e ad occuparsi con costanza alla cura degli obiettivi che si era posta come mantenere decoroso un parco "rinominato" per dare il segno di un nuovo inizio.

Di fronte all'erba alta dove campeggiano il chiosco e i giochi per bambini e quei cartelli buttati a terra in vari punti e mai rimessi a posto, oggi non si parla d'altro. Perché la figlia di Susetta, Renata Tomasini Guerrini, chiede la revoca dell'intitolazione con una lettera ufficiale scritta al sindaco, dopo aver visto più volte i segni di questo degrado, e averlo segnalato senza ricevere risposte, dopo aver rimesso in piedi i cartelli con il volto della mamma e averli visti di nuovo giù.

Le scuse di Ranieri

L'amministrazione, tramite l'assessore Emilio Ranieri, ha tentato di riparare, prima fornendo personali scuse alla figlia della giornalista e poi spiegando in una nota stampa che si interverrà celermente. Ranieri però attribuisce lo stato dei pali che sorreggono i cartelli ad atti vandalici, ma non spiega come mai si sia aspettato così tanto tempo per intervenire dopo denunce, foto e articoli che avevano sollevato il problema. "Capisco lo stato d'animo di una famiglia nel vedere l'immagine di un proprio caro a terra, vandalizzata – ha detto - in quello che dovrebbe essere un luogo che lo rappresenta, lo ricorda. I gesti vandalici ai beni comuni sono sempre gesti che si sopportano poco, quando poi avvengono toccando i nostri cari, risultano davvero dolorosi. Nei prossimi giorni provvederemo alla risistemazione dei due cartelli oggetto di atti vandalici. Già nella giornata odierna abbiamo provveduto allo sfalcio dell'erba, come programmato dal Servizio Ambiente. Chiedo alla famiglia di pensare insieme a forme ancora maggiori di valorizzazione e di cura, mantenendo il nome di Susetta Guerrini". Parole che non sono piaciute alla figlia laddove l'ente ridimensiona le proprie responsabilità attribuendo tutto al vandalismo: "Non si tratta di atti vandalici, ma di incuria. Le parole erano importanti per mia madre, erano il senso del suo impegno e credo vadano usate le parole giuste. Non sono solo i cartelli il problema ma lo stato in cui versa il parco: ricordarla in questo contesto è doloroso e umiliante".

Quando intitolò l'Oasi Q4 alla giornalista Guerrini il sindaco Coletta disse: "Ribadisco a chi critica le nostre intitolazioni che non si tratta di folclore. Con esse raccontiamo pezzi di storia della nostra città». Ecco, dimostrare con i fatti che intitolare strade e parchi non era una questione di folclore vorrebbe dire cominciare ad occuparsene seriamente (anche il parco Falcone e Borsellino non gode di una buona cera). Perché le parole sono ancora più importanti se calate nella consapevolezza del nostro tempo, proprio come le intendeva Susetta. E quelle come decoro e bellezza, promesse tante volte nel corso di questa consiliatura, sono ancora, purtroppo, un traguardo lontano per Latina.