Lo scempio ambientale causato dall'abbandono indiscriminato dei rifiuti resta un serio problema del territorio. A cominciare dai terreni che costeggiano il corso del fiume Amaseno che sembra proprio rappresentino il "bersaglio preferito" di coloro che, macchiandosi di un crimine vero e proprio, anziché disfarsi dei rifiuti nei modi previsti dalla legge e dunque attraverso isole ecologiche comunali o servizi privati preposti, scelgono di recarsi in luoghi tanto belli quanto poco frequentati e, sicuri di non essere visti da nessuno, scaricano tutto ciò di cui hanno da disfarsi. Il problema, diventato eclatante le corse settimane dopo l'avvistamento di sacchi giganteschi pieni di tutto, in gran parte di pericoloso amianto, con lastre di eternit rimosse chissà dove, fatte a pezzi, collocate lì dentro e abbandonate in riva al fiume, con il passare dei giorni si susseguono le segnalazioni riguardanti cumuli di rifiuti sempre nuovi che spuntano ai lati del fiume. Un problema esteso che non riguarda più i confini territoriali dei Comuni in cui accade, se a Priverno oppure a Roccasecca dei Volsci, o se, per questione di pochi metri, si tratti di Sonnino o Prossedi. Il problema è generale e culturale. Lo aveva segnalato anche il sindaco di Maenza Claudio Sperduti che, durante una delle sue corsette per rimettersi in forma, avendo scelto la via Franchigena che costeggia il fiume come percorso, si è imbattuto in una mini discarica di materiale vario. Ed è la stessa discarica segnalata ieri, in località "La Diga", vicino Mole Comuni, da un altro privato cittadino: dalle sue foto emerge come il cumulo di rifiuti fotografato nei giorni precedenti dal primo cittadino maentino non solo è rimasto lì senza che nessuno abbia pensato a una bonifica, ma ora è addirittura cresciuto con nuovi conferimenti. Plastica e rifiuti ovunque, addirittura sugli alberi. Come fosse una zona franca.
Dallo stesso privato cittadino è arrivata anche la proposta di organizzare una giornata di volontariato per la bonifica. Ma forse è arrivato il momento di agire con una vigilanza più stretta e assidua che funga da deterrente. Magari con la videosorveglianza. Punendo gli autori di quello che, oltre ad un attentato all'ambiente e alla salute di tutti, costituisce un reato legalmente punibile.