Tra decreti ingiuntivi, opposizioni e rivendicazioni, gli uffici del Giudice di Pace di Latina rischiano di restare al freddo e senza energia elettrica, dunque di chiudere bottega. La minaccia, sotto forma di velata promessa, arriva dalla società proprietaria dei locali di viale Le Corbusier, la Immobiliare Chimar, che ha avvertito il Ministero della Giustizia già nel settembre dello scorso anno: «Da nove mesi il canone locativo non viene corrisposto, con la motivazione che il contratto non è stato rinnovato - scriveva la Chimar al Ministro Bonafede - A causa di questa inadempienza la nostra società è in serie difficoltà, rischiando il distacco dell'energia elettrica».
La risposta del Ministero attraverso la Corte di Appello di Roma, non si era fatta attendere: fino a quando la società proprietaria dell'immobile che ospita gli uffici del Giudice di Pace non applicherà al canone di locazione la riduzione del 15% obbligatoria per legge, i canoni arretrati non verranno corrisposti.
Stiamo parlando di un canone mensile di 9.491,40 euro per duemila metri quadrati di superficie disposti su tre piani, canone che la Chimar non percepisce dall'1 gennaio 2019. L'ultimo contratto di locazione è cessato il 31 dicembre 2018, e da allora il Ministero, subentrato al Comune che fino a quella data anticipava i canoni per gli uffici giudiziari, non vuol saperne di rinnovare il contratto fintantoché non vedrà accolta la sua richiesta di ottenere la riduzione retroattiva del 15% sul prezzo di locazione, a far data dall'1 gennaio 2015.
Il Ministero della Giustizia non paga l’affitto al Giudice di Pace
Latina - La società proprietaria dell’immobile di viale Le Corbusier minaccia di farsi staccare l’energia elettrica. Ma a Roma non sentono