Mina Picone era tutto. Collega, insegnante, donna, mamma, sorella, moglie, nonna. E aveva un dono naturale: si faceva volere bene. Era una persona totale. Ieri nella sua Priverno tutte le persone che sono intervenute per ricordarla hanno apprezzato, a distanza di cinque anni dalla sua morte, il patrimonio umano e professionale che ha lasciato. E lo hanno rinforzato.

Ognuno ha voluto regalare una propria immagine del rapporto che ha avuto con Mina Picone, a partire dalla sorella Celestina che ha voluto questo evento. L'ex consigliere comunale di Priverno Franco Sulpizi ha proposto di intitolare la strada dove abitava Mina Picone, via del Falzarano, proprio a lei. Il sindaco Anna Maria Bilancia, dirigente anche dell'Istituto dove Mina ha insegnato, ha spiegato che ci sarà un corso di giornalismo per gli studenti di Priverno e che sarà intitolato proprio a lei: a Mina.

Alla cerimonia per ricordare la nostra collega sono intervenuti i rappresentanti dei centri dei Monti Lepini che Mina «copriva», dai sindaci agli assessori, ai consiglieri. C'era il primo cittadino di Maenza Claudio Sperduti, l'Assessore di Sonnino Simona Iacovacci, in rappresentanza del sindaco, il consigliere comunale di Prossedi Ornella Mastrantoni e poi la scrittrice Francesca Caddeo.

I lavori del convegno omaggio sono stati moderati dal giornalista e amico Mario Giorgi, insieme al collega Luca Morazzano. L'evento è stato accompagnato dalle note del violino di Elena Brusca. Nella sala gremita di persone, a partire dalle figlie Adriana e Giovanna. In aula c'era il bellissimo mondo di Mina.