L'amministrazione sta cercando di raggranellare le somme necessarie all'acquisto dell'immobile dismesso da Banca d'Italia in Piazza della Libertà, e visto che il Comune di Latina è l'unico ad aver manifestato interesse per quell'edificio, è lecito pensare che il centralissimo palazzo, anche quello risalente agli anni ‘30, non sfuggirà di mano a Coletta.
Il senatore di Fratelli d'Italia Nicola Calandrini ha chiesto al Comune notizie circa i tempi di assegnazione dell'immobile, e soprattutto sulla possibile destinazione del palazzo una volta che sarà, come si spera, acquisito al patrimonio comunale.
Sul primo quesito l'assessore Ranieri ha già risposto: l'amministrazione ha chiesto e ottenuto una proroga dei termini per perfezionare la manifestazione di interesse, il tempo necessario per individuare e accantonare il denaro che serve per l'acquisto. Ci sarà dunque tempo fino al 31 marzo. Nessuna risposta invece sull'utilizzo che si intende fare di quella sede. E forse l'interrogazione del senatore Calandrini è stata un pretesto per stuzzicare il palazzo, visto che è praticamente di pubblico dominio che in Piazza del Popolo abbiano già espresso un parere di massima, favorevole, al trasferimento dell'Archivio di Stato in Piazza della Libertà. Una scelta che potrebbe avere un senso, soprattutto per trascinare via l'Archivio di Stato dalla periferia in cui è stato confinato, ma che non è detto sia la scelta migliore.
Non abbiamo suggerimenti alternativi da offrire all'amministrazione Coletta, ma l'occasione di avere a disposizione il palazzo della Banca d'Italia imporrebbe una valutazione complessiva diversa da quella di una lotteria per l'assegnazione a questa o quella realtà. Si può dire fin d'ora che la sede dell'Archivio di Stato non potrà essere un attrattore per il centro, come potrebbe essere ad esempio una biblioteca. Ma come abbiamo già detto, senza un contesto complessivo su cui ragionare, ogni scelta potrebbe rivelarsi sbagliata, o comunque non la migliore. Intanto l'amministrazione Coletta, che si è affermata proponendosi come paladina della cultura facendosi poi sorprendere senza la disponibilità del teatro che non riesce a mettere a norma, farebbe cosa buona cominciando col considerare che la città non dispone di uno spazio adeguato per ospitare una mostra o un evento culturale di respiro nazionale, e l'edificio della Banca d'Italia potrebbe fare al caso.
In secondo luogo, invece di accollarsi il rischio di un passo falso, il sindaco farebbe meglio a portare l'argomento in Consiglio comunale, per affrontarlo in maniera corale e si spera costruttiva. Se la città ha bisogno di cambiare, la si cambi pensandone una diversa, ragionando su dove sia più opportuno trascinare l'Università, il Conservatorio, l'Archivio di Stato, nell'ambito di un piano credibile e soprattutto fattibile in tempi accettabili. Cioè presto e con la minore spesa.
Il fatto
Archivio di Stato nella Banca d'Italia: il Comune punta al trasferimento
Latina - Il senatore Calandrini chiede notizie circa i tempi: le risposte dell'assessore