Nonostante l'emergenza che si sta vivendo in questi giorni c'è chi è rimasto bloccato a Scauri ed è impossibilitato a rientrare nel suo paese di origine. Il protagonista della vicenda è Khadim Diouf, giocatore ventiduenne del Basket Scauri, che non può far ritorno in Senegal, per le difficoltà nei collegamenti aerei. Una situazione particolare per il ragazzo, il quale non ha più accanto i suoi compagni di squadra, tutti rientrati nelle loro città di residenza, dopo lo stop dei campionati di pallacanestro. E nei suoi confronti è scattata una vera e propria gara di solidarietà da parte della società e non solo. «Come club - ha detto il presidente del Basket Scauri, Roberto Di Cola - stiamo cercando di non far mancare i beni di prima necessità al ragazzo, che non ha potuto far ritorno in patria. Noi come società, come del resto tutte le altre, abbiamo sciolto le righe e Khadim è rimasto qui. Fa parte della nostra comunità e non gli faremo mai mancare il nostro sostegno». Stessa sorte è toccata al fratello Modou, che gioca anch'egli in serie B ma con il Bernareggio, squadra della Lombardia, la regione più colpita dal virus. Diouf è stato contattato anche dai parroci della chiesa dell'Immacolata don Alessandro Corrente e don Jean Baptiste, che, tra l'altro, è connazionale e concittadino del cestita dello Scauri. «In effetti - ha detto Diouf - il vice parroco dell'Immacolata di Scauri Jean Baptiste è di Dakar, la stessa mia città e ovviamente mi ha fatto piacere incontrarlo. Siamo di due religioni diverse, ma questo non significa nulla, in quanto a me fa piacere avere accanto a me persone sulle quali posso contare, in un momento in cui la comunità scaurese, ma anche di altre parti del mondo, sta vivendo questo incubo coronavirus. E' bello avere vicino una persona della mia stessa nazionalità, che mi sta sostenendo, così come la società del Basket Scauri, che non mi ha fatto mancare il proprio appoggio insieme a qualche sponsor. A loro va il mio sentito ringraziamento, per quanto stanno facendo per me. Sono gesti che porterò sempre nel mio cuore». Diouf è da dieci anni in Italia, dove si è integrato benissimo, giocando in varie città della penisola. «Ho giocato- ha aggiunto- a Milano, in Toscana, in Puglia in Sicilia e quest'anno sono approdato a Scauri, dove mi sono trovato benissimo. Ora sto rinchiuso nella casa di Scauri che mi è stata messa a disposizione della società e spero che tutto si risolva prima possibile, in modo che così potrò riabbracciare al più presto i miei familiari che vivono in Senegal».