Non c'è settore economico che non stia soffrendo per l'emergenza Coronavirus. Le chiusure delle attività, i liberi professionisti e quant'altro: tutti stanno risentendo della pandemia, ma ce n'è uno particolarmente colpito: si tratta della filiera florovivaistica, quel settore che proprio tra febbraio e maggio produce l'88% del fatturato complessivo dell'intero anno. A lanciare l'allarme è Confagricoltura Latina, per tramite del presidente Luigi Niccolini e del direttore Mauro D'Arcangeli. Come spiegato dall'associazione, "il prodotto pronto oggi per la vendita ha avuto un periodo di coltivazione che va 6 a 12 mesi con i relativi costi annessi. Tale prodotto ha un periodo massimo di giacenza nelle strutture serricole di 20-25 giorni, dopo il quale dovrà essere distrutto nelle apposite discariche con aggiunta di ulteriori costi. Il Lazio, ed in particolar modo la provincia di Latina, è il territorio con i più alti numeri di produzione di piante in vaso coltivate (circa cinquanta milioni di piante prodotte). Con il blocco totale delle vendite le aziende del settore si vedranno costrette in giro di breve tempo alla chiusura totale con eventuali ed ovvie  ripercussioni sul settore occupazionale (stima circa 2.000 persone solo sul territorio di Roma e Latina)".

Ma non finisce qui: lo spazio occupato dal prodotto ancora oggi invenduto, doveva già essere liberato per i successivi cicli colturali e per le successive vendite, quelle di inizio estate fino ad inizio autunno. Tutto questo susseguirsi è fondamentale per avere sempre un prodotto fresco e pronto per le vendite stagionali. Tale situazione comporta perdite di fatturato immediato per tutto il comparto e per l'intero indotto; trasporti, materie prime e così via. E presumibilmente lo stesso accadrà anche per i prossimi mesi. "Quello che chiediamo è una forte misura a sostegno di un comparto nel quale le aziende operanti hanno già sostenuto al 95% tutti i costi di produzione a fronte di ricavi pari a zero. Nel decreto appena uscito si legge di ammortizzatori sociali, defiscalizzazione e proroghe negli adempimenti. Tutte misure che purtroppo non risolveranno la situazione. È necessario un intervento a sostegno del reddito di queste aziende che soffrono già da oggi di carenza di liquidità e che, visto il protrarsi dell'emergenza, vedranno peggiorare la propria situazione da qui ai prossimi giorni in maniera veloce ed inesorabile".