La scadenza delle prescrizioni fissata al 3 aprile sarà sufficiente per far riaprire il Paese? O sarà necessaria una proroga? Quest'ultima opzione è quella più probabile, tanto che a Palazzo Chigi si stanno già preparando per ampliare di almeno una settimana quel termine fissato col decreto dello scorso 10 marzo. Il giro di boa sarà comunque tra domenica e lunedì prossimo: quelle due date sono infatti cerchiate in rosso sul calendario del Governo, in quanto tutti gli esperti concordano che saranno quelli i giorni fondamentali per comprendere se le misure di contenimento adottate stiano dando i risultati sperati.
Il premier Conte ha sottolineato in varie occasione come quella appena iniziata sia la settimana decisiva per capire come procederà l'emergenza. Ma ormai è praticamente sicuro che il 3 aprile nulla o quasi verrà riaperto. Salvo miracoli. La chiusura delle scuole sarà sicuramente prorogata e così i divieti per attività non essenziali.

Il modello a cui sta facendo riferimento il Governo italiano è ovviamente quello cinese che ha diluito nel tempo le riaperture, per evitare di scatenare una nuova e incontrollata diffusione del virus.
A Palazzo Chigi si riflette anche su un altro aspetto emerso dalle immagini che circolano sui mezzi di comunicazione: l'affollamento sui mezzi pubblici. Per questo  il Viminale è stato costretto a minacciare di irrigidire controlli e sanzioni, già in forte aumento, per chi esce di casa senza motivo. In qualche modo, insomma, anche questi assembramenti vanno limitati.

Intanto ieri, intervistato al Tg1, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha detto, riferito al proliferare di persone che vanno a fare attività sportiva all'aperto: «Credo che nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all'aperto. Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava anche la comunità scientifica. Ma se l'appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto».