È molto difficile districarsi tra i tanti video e le migliaia di fake-news che girano in rete e che in qualche modo tendono ad accreditare proprie teorie sulla pandemia Covid-19. Alcuni di questi che hanno cominciato a girare su internet qualche giorno fa sono stati realizzati da Cristiano Aresu, un imprenditore di quarantuno anni, di Roma,  che si occupa di import-export con il Giappone.

Cristiano, laureato in farmacia, nei suoi video (su Facebook Cris Ale) in questi giorni tende a far vedere a tutti come il Giappone stia vivendo con grande serenità, rispetto al resto del mondo, l'emergenza della pandemia. Già queste immagini destano grande curiosità. Poi c'è la sua versione dei fatti… 
«Sono arrivato qui tre settimane fa. Quando senza alcuna misura restrittiva emanata dal Governo tutta la popolazione era chiusa in casa preoccupata dell'evolversi della situazione. Qualche giorno fa, improvvisamente, tutto è cambiato. Le persone sono tornate al lavoro, a riempire piazze e negozi. Ho iniziato a chiedermi cosa fosse successo e a indagare…».

Cosa hai scoperto?
«Grazie a una mia amica infermiera ho scoperto cosa è successo. In pratica, dopo un test iniziato qualche settimana fa, il governo ha cominciato a far curare il Covid-19 con un farmaco chiamato Avigan. Appresa la notizia, pare che le farmacie siano state svaligiate. Anche da molti cinesi che lo compravano per spedirlo in patria. A quel punto il Governo ha deciso di requisire tutta la dotazione e di metterlo a disposizione degli ospedali. In caso di positività al virus il contagiato viene immediatamente curato con questo medicinale. Si parla di una completa guarigione in tre giorni per il 90% dei malati».

Della questione Avigan parla anche il Guardian - Leggete qui

Che medicinale è?
«È stato messo in commercio nel 2014 dopo un test cominciato nel 2012 e cura diversi ceppi di coronavirus». 

Non pensi che negli ospedali ci siano gli stessi problemi del resto del mondo per migliaia di pazienti?
«Attenendomi ai dati ufficiali, che parlano di un numero molto basso di deceduti, credo di no. Se poi entriamo nel campo del complottismo, non saprei che dire. Una cosa è certa: qui non c'è proprio l'aria di una vicenda drammatica in corso. Tutte le piazze, i ristoranti, i locali tipici sono pieni di gente spensierata e tranquilla. Gente che fino a tre settimane fa stava chiusa in casa».