Riceviamo e pubblichiamo il contributo del direttore della Banca Popolare di Fondi, Gianluca Marzinotto, in merito all'emergenza Coronavirus

L' emergenza COVID-19 sta manifestando tutti i suoi effetti ormai sull'intero territorio nazionale, pur se con intensità diverse. Per fermare la propagazione del virus siamo costretti, prima volta dal dopoguerra, a rispettare una sorta di coprifuoco, con tutto ciò che ne consegue. Gli effetti economici sono ad oggi incalcolabili. Misurare l'impatto sulla vita delle persone e sui risultati futuri delle aziende non è ancora possibile. Certamente l'economia del nostro Paese si è praticamente fermata. Tutti i settori economici sono in crisi. Ma a differenza del passato, andrà gestita una carenza di domanda: per quanto tempo le persone non andranno al cinema, al ristorante, in vacanza, a fare shopping? Si può spingere sugli incentivi ai consumi per rilanciare l'economia. Ma se la gente resterà dentro casa, chi spenderà? Chi farà investimenti? Il rischio è che l'economia, che già sta subendo un pesante contraccolpo, non riesca a ripartire, con tutte le conseguenze sui redditi delle famiglie.
Il governo ha varato il Decreto Cura Italia, per arginare la crisi sanitaria ma soprattutto per sostenere le imprese e le famiglie in questo momento delicato. Basteranno i 25 miliardi di euro stanziati? Ma soprattutto, saranno realmente veicolati verso quei settori che ne hanno più bisogno? Probabilmente non basteranno e il rischio che non raggiungano chi ne ha effettivamente bisogno è alto. Occorre uno sforzo non da poco: studiare nel dettaglio le singole misure varate dal governo per poterne valorizzare la portata e renderle nel concreto efficaci secondo le intenzioni.

Il compito delle banche a tal proposito è fondamentale e la responsabilità enorme. Soprattutto le banche di territorio possono e devono adoperarsi con tutta la forza e l'intelligenza disponibili per dare un contributo decisivo ad arginare lo sprofondare dell'economia e a ripartire velocemente quando l'emergenza sarà alle spalle. Non bastano i proclami. Occorre tirarsi su le maniche e lavorare. La nostra banca sta sul territorio da 130 anni, ne è parte sostanziale. Se soffre il territorio, soffre la banca; se vive il territorio, vive la banca. Un destino legato a doppio nodo.
Ora siamo in piena emergenza. Fondi da tre giorni è zona rossa. L'intera provincia trema. Le attività sono quasi tutte ferme. La sera c'è silenzio. Che fare? Abbiamo studiato il decreto Cura Italia, ci siamo confrontati, abbiamo creato una task force dedicata alle imprese. Da subito daremo corso alle sospensioni per chi lo richiederà. Rate bloccate e proroga delle scadenze fino al 30 settembre. Ma non basta. Occorre subito liquidità per non restare a secco e magari rimodulare l'intero debito con la banca. Siamo pronti. Interverremo immediatamente con tutti gli strumenti messi a disposizione dal Fondo di garanzia per le PMI. Lo faremo con decisione e in modo tempestivo. Abbiamo previsto misure eccezionali e supporto deciso a tutte le nostre imprese che stanno vivendo l'incubo dell'emergenza, a qualunque settore appartengano. Non sarà facile, ma tutti insieme ce la possiamo fare.