Sono giorni di disperazione e grande emergenza. Il coronavirus sta mettendo in ginocchio l'Italia e il mondo, ma è in questi momenti che si vedono anche gesti di grande solidarietà. E' il caso della Findus Italia, marchio leader europeo nei surgelati, con uno stabilimento storico anche a Cisterna di Latina, che ha deciso di donare  di 1 milione di euro a favore dell'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
La donazione da un lato andrà a supportare la ricerca scientifica del centro d'eccellenza romano, dall'altro contribuirà a rispondere all'attuale situazione d'emergenza attraverso l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e apparecchiature elettromedicali per consentire agli operatori dell'Istituto di continuare ad assistere al meglio i propri pazienti in questo momento.

Il progetto di ricerca dell'Istituto - che sarà interamente finanziato da Findus - prende le mosse dalla drammatica evidenza del quadro epidemiologico italiano che costituisce oggi un fenomeno di grave allarme sociale e rappresenta un rischio rilevante per la salute collettiva. In questo contesto appare quanto mai urgente e necessario sviluppare appropriati protocolli standardizzati di sorveglianza, gestione e trattamento, e il loro rapido trasferimento nella pratica clinica.

«In un momento così delicato ed emergenziale, in cui è importante sostenerci l'un altro e restare uniti, vogliamo esprimere il nostro più sentito ringraziamento a tutte le persone che, ogni giorno, con senso del dovere e responsabilità, contribuiscono al corretto funzionamento della filiera alimentare - dichiara Steven Libermann, Amministratore Delegato Findus Italia - Siamo grati e vicini a tutti coloro che, in questo momento, si trovano in prima linea a gestire l'emergenza, lavorando notte e giorno, allo stremo delle forze, per salvare vite umane: medici, infermieri, operatori sanitari. È a loro che va il nostro ‘Grazie'. E per questo vogliamo fare la nostra parte con un contributo che possa andare a sostenere l'Istituto nel fronteggiare l'emergenza attuale ma crediamo sia importante in questo momento anche guardare al futuro e non trovarci più impreparati. Per questo siamo fermamente convinti che la ricerca abbia un ruolo centrale e sia assolutamente prioritario elaborare un modello che ci consenta di fronteggiare le emergenze tempestivamente e in modo strutturato.»

"In questa fase di emergenza, con la pandemia di COVID-19 che sta mettendo in crisi il nostro sistema sanitario e la vita di tanti nostri concittadini, ogni contributo è importante - commenta Marta Branca, Direttore Generale dell'INMI - grazie alla donazione di Findus saremo in grado di proteggere efficacemente i nostri operatori, mettendoli in grado di assistere al meglio i pazienti e nello stesso tempo potremo far avanzare le attività di ricerca e cura, contribuendo con i nostri medici e i ricercatori alla battaglia globale per sconfiggere questo virus".

Scopo del progetto di ricerca, gestito dallo Spallanzani di Roma ma che vedrà la collaborazione di un team di ricercatori internazionali, è proprio quello di costruire una rete di ricerca incentrata su aspetti rilevanti e poco conosciuti del COVID-19 e si articolerà in due distinte aree di intervento: la costruzione di un network per le attività di sorveglianza e gestione del contact tracing e quella di un network basato sul modello di patologia.

"La sfida che stiamo affrontando è quella di applicare i principi della network medicine nel campo delle malattie infettive – aggiunge Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell'INMI - è un approccio totalmente nuovo, che ribalta il tradizionale assunto in base al quale tutti i pazienti che presentano i medesimi sintomi abbiano la stessa malattia e debbano ricevere la stessa cura. La network medicine invece, grazie alla possibilità di analizzare in breve tempo, ed a costi sostenibili, grandi volumi di dati a livello molecolare per individuare cambiamenti genetici, metabolismo cellulare, interazioni tra le proteine, cerca di creare profili altamente individualizzati dei singoli pazienti, con l'obiettivo di creare risposte di cura sempre più personalizzate".