Iniziare a pensare oggi cosa sarà il domani, la convivenza con il Coronavirus, la ripartenza della città di Latina e dell'intera provincia. Perché ciò a cui tutti dobbiamo abituarci è che anche al termine del lockdown, il pericolo covid non sarà superato: per quello servono o una cura o un vaccino. E fino a quando non ci saranno, bisognerà convivere con l'emergenza. Ma il dopo lockdown vuol dire anche rilanciare l'economica, perché oggi li effetti sul tessuto economico e sociale della popolazione sono devastanti. Il consigliere regionale e comunale del Partito democratico Enrico Forte è convinto che l'unica strada da percorrere sia quella di un grande piano di investimenti, pubblici e privati, che rilanci imprese e lavoro. Tutti, nessuno escluso, dovranno fare la loro parte, dallo Stato alle Regioni fino ai singoli comuni.
Enrico Forte, la Regione Lazio ha appena annunciato un piano da oltre 300 milioni per aiutare chi è stato colpito dalla crisi. E si inizia già a pensare al dopo. Cosa sarà necessario fare?
La Regione sta investendo molte delle risorse a disposizione, facendo uno sforzo enorme per aiutare imprese e cittadini. Ma bisogna adesso guardare anche ad un migliore utilizzo delle risorse europee, dei fondi strutturali. Quando le misure di contenimento saranno allentate e si ripartirà ci saranno alcuni settori che più di altri risentiranno della crisi economica. Biosgnerà fare attenzione alle Pmi e al commercio. Rischiamo la chiusura definitiva di tante attività, col peso sociale che si portano dietro in termini di disoccupazione.
La sanità regionale è stata sottoposta a forte stress in queste settimane. Cosa abbiamo imparato da questa emergenza?
Di sicuro a rispettare maggiormente il lavoro del personale sanitario impegnato in prima linea. Ma anche a rivalutare l'impegno della Regione nella sanità. Ovvio che ora bisogna ripartire da qui e questa emergenza a mio avviso ci insegna che abbiamo necessità di presidi ospedalieri all'avanguardia. Prima dell'emergenza la Regione aveva ripreso in considerazione la costruzione di un ospedale nuovo a Latina oltre a quello del Golfo. Questa crisi dimostra che sono progetti che vanno accelerati. L'edilizia sanitaria dovrà essere uno dei settori in cui la Regione deve scommettere nei prossimi anni. A Latina, poi, bisogna far convergere tutto con l'Università.
Nel capoluogo pontino la ripartenza dovrà essere il traino dell'intera provincia. Su cosa bisogna puntare?
Le cose da fare sono tante. Per prima cosa, fossi nell'amministrazione, mi batterei per accelerare la realizzazione della Roma-Latina. Quel progetto è fondamentale oggi più che mai per dare ossigeno all'economia. Tutto si rimetterebbe in moto grazie a questa grande opera e il capoluogo deve fare moral suasion affinché si realizzi. Poi vorrei ricordare che già prima di questa emergenza, il settore dell'urbanistica e quello dell'edilizia, erano in crisi. Figuriamoci ora. Latina ha dunque bisogno di accelerare nella rigenerazione urbana, nei piani particolareggiati, nel raddoppio di via Massaro. E poi c'è un settore che preoccupa più di altri.
Quale?
Il turismo. E con esso le strutture ricettive. I ristoranti, i locali, gli stabilimenti balneari. In poche parole, la marina. Non solo Latina ma tutta la provincia hanno gran parte del proprio Pil legata all'economia del mare. Ci rendiamo conto cosa significa per la nostra economia? La ripresa post lockdown non sarà facile, dovremo convivere col Covid 19. Per questo dobbiamo iniziare a ragionare su come sostenere l'impatto economico sulla nostra marina. Investire sul turismo rappresenta l'unica vera opportunità che abbiamo.
Lei come i suoi colleghi consiglieri e tantissimi lavoratori nel pubblico e nel privato, sta sperimentando lo smart working. Ha l'impressione che passata l'emergenza, il "lavoro agile" resterà nelle nostre vite?
Ne sono certo. Stiamo scoprendo modi nuovi di lavorare e produrre. Certo non credo che il contatto umano, il valore che i rapporti sociali hanno potrà essere sostituito. Lo smart working ci sarà, ma sarà un'opportunità in più del nostro lavoro. E poi, va detto, che per funzionare servono anche le condizioni generali.
A cosa si riferisce?
Bisogna superare il gap tecnologico che il nostro Paese ha. Connessioni veloci prima di tutto. Ma poi anche semplificazione. Una delle priorità sarà rendere la burocrazia meno pesante. In questi giorni, i soldi messi a disposizione da Stato e Regione arriveranno ai comuni con una velocità enorme, superando molti ostacoli burocratici. Ecco, nel rispetto della trasparenza e dei necessari controlli, questa celerità deve diventare la norma. Sarebbe un grande successo per tutto il paese.
E la politica? Come esce da questa crisi?
Penso che oggi più che mai le persone abbiano bisogno di competenza e serietà. La politica deve ripartire da qui. Meno urla e più spiegazioni. Bisogna aiutare le persone a ritrovare la strada, a non farle restare indietro. E' importante anche il messaggio di unità fornito sulle misure di aiuti messe in campo. Dimostrano che maggioranze e opposizione, se vogliono, possono lavorare bene per l'interesse dei cittadini.