Sono chiusi da oltre un mese e lo resteranno per molto altro tempo. E per loro la riapertura non sarà una passeggiata. Per riprendere i ritmi che hanno dovuto abbandonare ci vorranno mesi, o meglio stagioni, perché sono quelle a scandire i ritmi dell'attività di alberghi e ristoranti. Prenotazioni sfumate come se fossero state divorate da un incendio; appuntamenti cancellati nel giro di poche ore; prospettive di ripresa naufragate insieme alle abitudini delle persone. Per quest'anno non ci saranno viaggi, partenze né arrivi; sospesi anche i matrimoni, le comunioni e le cresime dei bambini. Il settore ricettivo è imploso in un solo colpo, abbattuto dall'innesco del covid 19, ultima sigla per un esplosivo letale.
Di fronte a questo scenario, che non peggiore di altri ma senz'altro più grave della media nell'elenco degli effetti indesiderati dell'epidemia, ristoranti e alberghi sembrano essere stati dimenticatoi dalle amministrazioni locali. Fino ad ora non ce n'è una che abbia espressamente abolito il pagamento dei tributi per l'anno in corso. Tutti i sindaci hanno sospeso il pagamento di Tari, Tosap e via continuando, ma nessuno si è spinto a disporne la cancellazione per il 2020.
Sono chiusi, non producono rifiuti e non possono trarre alcun giovamento da un insegna, peraltro spenta, eppure saranno chiamati a pagare come se non fosse accaduto niente.
«E' inutile che lo Stato o la Regione ci vengano incontro cercando di attenuare il peso dei danni che stiamo subendo - spiega Paolo Galante, Presidente di Federalberghi della provincia di Latina - se poi quegli aiuti verranno destinati al pagamento di tasse e tributi che non dovrebbero essere dovuti. Noi albergatori, e con noi anche i ristoratori, saremo gli ultimi a rientrare in pista, e potremo farlo a pieno regime soltanto quando nel mondo ci sarà finalmente un vaccino contro il covid 19. Prima di allora nessuno verrà a sedersi ai nostri tavoli o a dormire nelle nostre camere d'albergo o bagnarsi nelle nostre spa».
Il caso
Coronavirus, alberghi: oltre al danno la beffa
Latina - Ristoranti e hotel chiusi da oltre un mese, ma i Comuni non li sgravano dai tributi di quest’anno