Marco Moliterno, 31 anni di Latina, imprenditore nel ramo del truck food, insieme alla sua ragazza Angela un giorno hanno deciso di mettere in contatto chi vuole donare generi alimentari e chi ha bisogno di cibo, come fosse una specie di agenzia: «Non guadagnamo niente ovviamente. All'inizio eravamo io e la mia ragazza, adesso siamo più persone impegnate in questa attività». Lo spunto arriva leggendo una notizia: i carabinieri che portano la spesa in casa ad una anziana che non può uscire. Si può fare. Via, partono. I numeri dell'iniziativa iniziano ad essere grandi: 850 richieste e 1500 donazioni, maalcune settimane fa dopo che il progetto prende forma, qualcuno chiama la Digos che convoca Marco in Questura per avere dei chiarimenti. Dietro all'Emergenza Cibo Latina non c'è alcun interesse economico, spiega Marco. Risponde alle domande degli investigatori sulla sua attività e se ne torna a casa incassando dei complimenti. Ma non è finita. Dopo la Digos arriva anche una chiamata dal Comune in conference call e dall'altra parte dello schermo c'era il sindaco Damiano Coletta.
«Premetto che non mi interessa niente di politica ma ci sono rimasto male a livello umano. Sa perché? Pensavano di fare una cosa bella e invece il sindaco ci ha detto: va bene però vi dovete coordinare con noi, come se quello che stavamo facendo non andasse bene. Quell'incontro ci ha suscitato amarezza, non è rabbia, non volevamo medaglie, così come una chiamata arrivata da un esponente del Comune che era interessato a sapere cosa stavamo facendo con la nostra iniziativa».