Uniti per cercare di risolvere la grana dei livelli baronali. Il Consiglio Comunale di San Felice Circeo ha votato all’unanimità l’appoggio all’interrogazione parlamentare presentata da Filiberto Zaratti (Sinistra Italiana) e Nazzareno Pilozzi (Pd) dopo l’interessamento dell’associazione Lapis. L’atto, dopo il suggerimento del consigliere comunale d’opposizione Giuseppe Schiboni, è stato trasformato in mozione, in modo tale da avere maggiore incidenza e forza. In sostanza, come è stato spiegato nel corso dell’assise civica di ieri anche dal vicesindaco Eugenio Saputo, l’ente locale cercherà una strategia per affrontare la questione dal punto di vista tecnico e legale, tracciando dunque una strada percorribile anche per la cittadinanza che da qualche anno a questa parte ha dovuto fare i conti con la grana dei livelli baronali. Un istituto arcaico, che nella forma attuale ha origine nel 1898. Il 29 aprile di quell’anno il feudo di San Felice fu acquistato dal barone James Aguet, con alcuni terreni dati in concessione a fronte di un corrispettivo da pagarsi in denaro o con una percentuale sul raccolto o con diversa prestazione. Di questo diritto “feudale” ce n’è ancora traccia, visto che dalle visure catastali emerge che in qualche caso gli eredi Blanc e Aguet risultano proprietari dell’area, mentre i privati, anche magari quelli che hanno edificato sui fondi, risultano titolari soltanto del diritto di superficie. Un caso particolarmente ostico anche dal punto di vista giuridico, tanto che il Comune di San Felice Circeo a breve darà incarico a un luminare del settore per provare a capire come agire.

L'articolo completo su Latina Oggi (16/09/2016)