Dopo che i giudici della Corte di Cassazione si sono pronunciati sul ricorso presentato da Alessandro Zof, rigettando la richiesta della difesa che aveva puntato sull’inattendibilità delle dichiarazioni della parte offesa chiedendo l’annullamento della misura restrittiva per il proprio assistito, l’inchiesta, anche se non formalmente, è completa e il fascicolo è chiuso. A breve, si tratta di una questione di giorni, il pubblico ministero Gregorio Capasso titolare del fascicolo, notificherà l’avviso di conclusione indagini agli indagati.
Tutti gli accertamenti dei detective della Squadra Mobile, coordinati dal vicequestore aggiunto Antonio Galante, e degli agenti del Commissariato di Terracina sono stati definitivamente completati e adesso la Procura è pronta a chiedere il rinvio a giudizio sulla scorta sia delle perizie medico legale che sono state consegnate nelle scorse settimane sia dagli altri riscontri che sono stati raccolti nel corso delle indagini preliminari.
Nel fascicolo è finita anche la corposa relazione del medico legale che ha ricostruito la posizione sia delle due parti offese che di chi ha aperto il fuoco. E’ una ricostruzione che gli inquirenti hanno comparato anche con le dichiarazioni rilasciate da uno dei feriti che è stato riascoltato in Procura lo scorso aprile. In carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio c’è Alessandro Zof che prima si era presentato spontaneamente in Procura ed era stato sottoposto successivamente ad una misura restrittiva ma che poi era stato rimesso in libertà dallo stesso Tribunale del Riesame.
In un secondo momento sulla scorta anche delle dichiarazioni rilasciate da Roberto Guzzon, ascoltato per diverse ore negli uffici di via Ezio, il gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli aveva emesso un secondo provvedimento restrittivo la cui impalcatura accusatoria è stata confermata sia in sede di Riesame che successivamente anche dalla Corte di Cassazione.
Roberto Guzzon e il nipote Alessio De Cupis, entrambi di Terracina erano stati feriti all’esterno dell’American Bar in viale Europa a San Felice Circeo a quanto pare per futili motivi. Sul registro degli indagati era finito anche Lello Gallo, arrestato e poi rimesso in libertà dal Tribunale del Riesame e poi anche altre due persone, tra cui Emanuel Scaglione, anche lui tornato in libertà e accusato di aver accompagnato poche ore dopo i fatti contestati lo stesso Alessandro Zof a Napoli e infine Paolo De Martino, quest’ultimo residente a Napoli, anche lui tornato anche lui in libertà. Scontato che tra accusa e collegio difensivo sarà una vera e propria battaglia, soprattutto a colpi di perizie, a partire da quella sulle celle agganciate dai telefonini degli indagati lungo il tragitto tra il Circeo e Terracina. A breve, probabilmente entro la fine del mese, ma forse anche prima, arriverà il 415 e gli indagati avranno la possibilità di depositare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.