Anche un semplice accesso agli atti può finire nelle aule di giustizia. Questo quanto accaduto a San Felice Circeo, con il Comune che ieri è stato condannato dal Tribunale amministrativo a esibire i documenti e anche a pagare le spese di giudizio. Lâepisodio è relativo a unâistanza inoltrata da un privato a febbraio di questâanno per ottenere lâesibizione di una dichiarazione dâinizio attività di novembre di un altro privato.
Il Comune è però rimasto silente. Di qui il ricorso al Tar e a poco è servita la memoria, fatta pervenire ai giudici il 20 giugno 2016, in cui lâente locale ha comunicato di aver consentito lâaccesso agli atti il 15 di aprile.
La ricorrente ha infatti sottolineato come in primo luogo lâaccesso fosse stato successivo alla notificazione del ricorso e come, poi, non fosse «satisfattivo del suo interesse».
Questo perché la stessa aveva richiesto, avendone titolo, la visione dei documenti in originale. Per i giudici del Tar, con la sentenza che è stata depositata ieri, il ricorso è meritevole di accoglimento «in quanto effettivamente la ricorrente ha titolo alla visione dei documenti in originale».
Le spese di giudizio sono state invece poste a carico del Comune e sono state quantificate in mille euro.
Accesso agli atti in ritardo, Comune condannato
Accesso agli atti in ritardo, Comune condannato
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