Una scogliera splendida, ma in larga misura pericolosa. E non ci sono i soldi per metterla in sicurezza. Questa la situazione che si sta registrando a San Felice Circeo, dove il rischio rilevato all’interno del Piano per l’assetto idrogeologico si sta manifestando in tutta la sua rilevanza da qualche anno a questa parte. Nessuna correlazione con gli eventi sismici, è bene precisarlo, ma un largo tratto del promontorio è ormai sostanzialmente off-limits: c’è il rischio che crollino dei massi e che si verifichino delle frane. Dal suo canto, il Comune non ha risorse finanziarie a sufficienza per intervenire e non può fare altro che sperare nei contributi da parte della Regione Lazio. Basti pensare che per sistemare la spiaggetta del porto e via del Faro serve quasi un milione di euro.
L’estensione delle aree a elevato rischio idrogeologico è però decisamente più ampio. A evidenziarlo sono gli atti amministrativi che di volta in volta sono stati adottati dal Comune per far fronte alle varie emergenze. Dal momento che l’ente locale non ha soldi per i lavori, provvede a interdire l’accesso e la fruizione di quelle zone. Sperando poi che arrivino i finanziamenti richiesti.
Il primo provvedimento interdittivo e ancora vigente - anche se modificato - risale al 2010. È un’ordinanza sindacale che vietava la fruizione dell’intera scogliera tra grotta delle Capre e grotta della Maga Circe. Uno dei tratti più apprezzati da turisti e residenti, sul quale - tra l’altro - insistono anche delle strutture ricettive. Quando sono stati affissi i cartelli con i vari divieti, c’è stata una vera e propria sollevazione popolare. La stessa amministrazione comunale ha cercato una strada per provare a trovare una soluzione e ha dato incarico a un geologo per verificare la reale pericolosità delle zone interdette. La perizia è stata depositata lo scorso anno e questa primavera l’ente locale ha rimesso mano all’atto originario, visto che fortunatamente alcune zone non sono state ritenute pericolose. Si tratta di grotta delle Capre, dell’area del Faro, delle Batterie e Vasca Moresca.
Nel corso dei sopralluoghi svolti dal tecnico, sono però emersi altri problemi. Quelli per la spiaggetta adiacente al porto turistico. C’era e c’è ancora oggi il rischio concreto di frane e crolli. Motivo per cui si è deciso di posizionare una recinzione che eviti che i bagnanti si posizionino lì. Inutile dire che chiaramente - specie nei mesi di maggiore affluenza turistica - il provvedimento viene letteralmente ignorato.
Le criticità relative al rischio frane e crolli non finiscono qui. L’ultima, la più recente anche se nota da tempo, è quella di via del Faro. Il vicesindaco Eugenio Saputo ha dovuto emettere un’ordinanza di divieto di transito in un tratto della strada perché a causa del maltempo alcuni grossi massi si sono staccati dalla parete rocciosa e potrebbero invadere la sede stradale. Per intervenire servono all’incirca 325mila euro e l’ente si è già attivato per chiedere il finanziamento. È chiaro, però, che non si possono attendere i tempi della burocrazia, per cui l’amministrazione sarà probabilmente costretta a trovare strade alternative.