La partita per i rifiuti ancora non è chiusa e, mentre sul ricorso del 2014 ancora non è stata scritta la parola fine, gli stessi operatori balneari, promotori di quell’impugnazione al Tar, hanno fatto recapitare al Comune di San Felice Circeo altre carte bollate. Oggetto della contesa sempre l’immondizia e le tariffe, ma con il ricorso che stavolta riguarda la Tari del 2015.


Battaglia tra attività produttive
La questione di fondo è sempre una. Gli operatori del settore balneare, come più volte hanno lamentato nel corso dell’ultima stagione estiva e non solo, sostengono di dover pagare uno sproposito rispetto alle altre categorie produttive. Sulla categoria peserebbe il 55% dell’importo complessivo della tassa, con tariffe più alte rispetto ad altre attività produttive, come i supermercati, che producono più immondizia da smaltire. Proprio a fronte di questa presunta disparità di trattamento stavolta, rispetto all’impugnazione del 2014, i balneari hanno promosso ricorso sì contro il Comune di San Felice Circeo, ma anche nei confronti di quattro esercizi commerciali. La richiesta è chiara: l’annullamento, previa sospensiva, di due deliberazioni adottate dal Consiglio Comunale il 19 maggio 2015. Si tratta, per l’appunto, dell’approvazione del piano finanziario e delle tariffe per la tassa rifiuti (Tari) di quest’anno. Nei giorni scorsi la giunta municipale ha ritenuto opportuno e necessario provvedere alla costituzione in giudizio per resistere al ricorso, individuando nell’avvocato Vincenzo Puca l’avvocato da nominare per la difesa degli interessi dell’ente.


I precedenti in attesa di sentenza
Già lo scorso anno per la questione dei rifiuti gli operatori balneari e il Comune di San Felice Circeo erano arrivati ai ferri corti e, come per il 2015, si era finiti in tribunale. Sul caso ci sono già state due pronunce da parte dei giudici amministrativi, che per il momento hanno analizzato e valutato la richiesta di sospensiva avanzata. Dapprima il Tar si era espresso in modo favorevole per i balneari, ma il giudizio del Consiglio di Stato ha poi ribaltato quella decisione, poiché – si legge – la deliberazione impugnata, ossia quella della Tari 2014, non appare contraria alla legge. Il ricorso, in ogni caso, dovrà ora essere analizzato nel merito dai giudici amministrativi, che dovranno pronunciarsi sulla richiesta di annullamento del piano Tari.