Quattordici ordinanze di abbattimento sono state emesse dal Comune di Minturno nei confronti di altrettanti proprietari che avevano edificato manufatti abusivi in località Pantano Arenile a Marina di Minturno. La "cittadella di mattone selvaggio" è stata completamente sequestrata in più blitz compiuti dai militari della Sezione Operativa Navale di Gaeta della Guardia di Finanza e i colleghi della Sezione Operativa della Compagnia di Formia. Il dirigente dell'ufficio urbanistica del Comune di Minturno, Pasquale Sarao, ha sottoscritto quattordici ordinanze di demolizione di baracche, villette, garage, strutture in legno, che erano state realizzate in un'area prospiciente via Pantano Arenile, la strada che da conduce alla foce del Garigliano. Le operazioni di sequestro sono state diverse, in quanto in ogni blitz delle Fiamme Gialle e dell'ufficio urbanistica, venivano sequestrati gruppi di manufatti illegali.

E nelle varie occasioni le norme contestate erano l'assenza di titoli, di mancata acquisizione delle autorizzazioni paesaggistiche, mancata acquisizione di autorizzazione sismica, ma anche per costruzione in zone sottoposte a vincolo ambientale e archeologico, lottizzazione, assenza di titoli abitativi, sopraelevazioni. In un caso fu contestata la violazione su beni soggetti a tutela paesaggistica e ambientale, nonché in area destinata dal vigente piano regolatore a zona di servizio per verde pubblico. Un campionario di lavori fuorilegge, che hanno trasformato una zona intera di Pantano Arenile, sottoposta a sequestro e con ordinanze di abbattimento, emesse proprio nei giorni scorsi. La quasi totalità dei proprietari dei fabbricati abusivi è di origine campana e a tutti è stata notificata l'ordinanza di abbattimento. Le operazioni di controllo e relativo sequestro sono iniziate sul finire del 2019, quando la Guardia di Finanza piombò sulla zona dove erano state gettate colate di cemento in maniera illegale. Lo "spettacolo" che le Fiamme Gialle avevano di fronte non era proprio dei migliori e così, vista la mole di lavoro, sono stati effettuati sequestri anche nei mesi di gennaio e febbraio.

A marzo i sequestri sono stati tutti completati e quindi è scattata la procedura prevista, che ha portato all'emissione delle ordinanze di abbattimento. Tutta la documentazione è stata poi inviata ai giudici del Tribunale di Cassino, per le decisioni legali riguardanti i titolari delle strutture abusive, i quali, tra l'altro, erano stati nominati custodi giudiziari, come si evinceva dai cartelli di sequestro affissi all'esterno degli immobili. Cartelli sui quali si faceva riferimento all'articolo 321 del codice penale che prevede la possibilità di "disporre la misura cautelare quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato, possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati".