Liberi, senza alcun obbligo restrittivo oltre a quello che gli impedisce di svolgere l'attività imprenditoriale per un anno, il padre, e con l'obbligo di firma in caserma tre giorni a settimana, il figlio.
E' quanto ha deciso il Tribunale del Riesame di Roma che nelle scorse ore ha accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Napoleone e Marta Censi che avevano impugnato da subito (lo stesso giorno del blitz interforze tra Roma e Latina), l'ordinanza con cui il Gip di Roma aveva disposto misure cautelari per 27 persone, compresi i loro assistiti, Leopoldo e Gennaro Del Prete.

Hanno quindi potuto passare il 2 giugno in famiglia. Leopoldo era detenuto a Roma e lunedì sera ha potuto lasciare il carcere e tornare a casa. Gennaro era a casa agli arresti domiciliari, e da lunedì è libero salvo l'obbligo di firmare tre mattine a settimana in Caserma.

Adesso si dovrà attendere almeno un mese per conoscere quali siano le motivazioni che hanno spinto il collegio a modificare in modo così sostanziale una ordinanza che il 21 maggio scorso ha portato oltre 200 uomini tra Polizia locale, Carabinieri, Forestali e Guardia di Finanza a effettuare arresti e perquisizioni tra Roma e Latina, nell'ambito di una inchiesta su un traffico illecito di rifiuti e ipotesi di riciclaggio e auto-riciclaggio che ruoterebbe intorno al Centro Rottami di via Grotte di Nottola a Cisterna, l'azienda della famiglia Del Prete.