Sarà un consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica di Velletri a esaminare ciò che resta dell'ultraleggero precipitato domenica mattina nelle campagne comprese tra Nettuno e Latina e all'interno del quale hanno perso la vita le giovani promesse del nuoto italiano Gioele Rossetti e Fabio Lombini.

Il magistrato titolare dell'inchiesta sull'incidente aereo, infatti, ha incaricato un perito per avere un quadro maggiormente dettagliato rispetto alla tragedia: l'obiettivo, chiaramente, è quello di capire se il Tecnam P92S di proprietà del padre di Gioele abbia avuto un'avaria al motore o un altro tipo di guasto e, di conseguenza, accertare se la tragedia si sia verificata - come si pensa fin dalle ore successive allo schianto - proprio a causa di un malfunzionamento del velivolo.
Accanto al fascicolo aperto dalla Procura veliterna - con le indagini che sono in mano ai carabinieri della Compagnia di Anzio, coordinati dal capitano Giulio Pisani -, tra l'altro, c'è anche l'inchiesta aperta dall'Agenzia nazione per la sicurezza del volo e dall'Enac (l'Ente nazionale per l'aviazione civile): anche gli esperti delle articolazioni dello Stato sono all'opera per fare luce sulla tragedia che ha scosso l'Italia intera.

Nel frattempo, la giornata di ieri è stata di grande impulso per le indagini, anche perché è stata quella in cui sono iniziate le autopsie sui corpi del 23enne romano (Rossetti) e del 22enne romagnolo (Lombini): il risultato dell'esame necroscopico sarà chiaramente acquisito agli atti dalla Procura, ma per saperne di più su quanto emerso dagli accertamenti medico-legali occorrerà attendere diversi giorni, verosimilmente almeno 60.

Ora, dunque, per la celebrazione dei funerali dei due ragazzi (chiaramente con le restrizioni imposte dall'emergenza Coronavirus, ndr), occorrerà soltanto l'ok del magistrato alla restituzione delle salme alle famiglie. Tra l'altro, la stima e l'affetto nei confronti di questi due ragazzi - da tutti considerati giovani perbene e atleti modello - sono stati manifestati ampiamente anche sui social network, dove sono migliaia i post lasciati anche da persone che non conoscevano le vittime del disastro aereo.