Nel capo di imputazione c'è un pezzo di storia. Basta vedere il Procuratore Capo dell'epoca: Antonio Gagliardi, dopo di lui ne sono arrivati altri tre. Ieri si è concluso il processo ribattezzato «Rosa dei Venti» che è terminato con una prescrizione senza confisca.
I fatti contestati dal pm Gregorio Capasso erano avvenuti nel maggio del 2000.
La lottizzazione composta da 68 villini finì sotto sequestro perchè secondo la Procura il residence era abusivo e realizzato con dei permessi rilasciati dal Comune di Fondi ritenuti illegittimi.
L'intervento edilizio si era sviluppato su un terreno dell'estensione complessiva di 30mila metri quadrati. Sul banco degli imputati erano finite 13 persone tra imprenditori, dirigenti, tecnici comunali e i componenti della commissione edilizia. Nonostante fossero state rilasciate ai costruttori (Umberto Marazzi e Giovanni Diana) dagli uffici del Comune di Fondi le concessioni e i pareri del Ministero e della Regione, aveva sostenuto la difesa, secondo l'impianto accusatorio le concessioni erano frutto di abuso d'ufficio e false attestazioni firmate dai dirigenti dell'epoca.
L'iter della vicenda giudiziaria è stato lunghissimo: nel 2003, il gup del Tribunale rinvia a giudizio tutti gli imputati, dissequestrando le 68 abitazioni in favore di terzi acquirenti. Sei anni dopo, nel marzo del 2009, si arriva ad una sentenza. Il Tribunale di Latina dopo aver in un primo momento disposto il rinvio del processo perché si era in attesa di una sentenza della Corte Costituzionale e alla Corte Europea di giustizia che dovevano decidere se fosse legittimo confiscare immobili anche nel caso di proscioglimento degli imputati, alla fine pronuncia una sentenza di prescrizione dei reati per tutti e dispone la confisca degli immobili, anche quelli acquistati da altre persone estranee al processo.
Il collegio difensivo degli imputati non molla, a partire dagli avvocati Marcello Montalto e Leone Zeppieri, che difendono i due costruttori Marazzi e Diana, viene presentato l'appello chiedendo l'annullamento della sentenza.
La confisca, avrebbe avuto conseguenze economiche rilevanti sia per chi in buona fede aveva comprato i villini sulla base di concessioni edilizie e pareri del comune di Fondi, sia per i due costruttori che avrebbero potuto subìre, dopo la confisca agli acquirenti, azioni per il risarcimento dei danni per la vendita di immobili poi risultati non autorizzati e abusivi e pertanto confiscati dal Tribunale.
In Appello, i magistrati della terza sezione, dopo una camera di consiglio «lampo», hanno accolto gli appelli dichiarando la nullità della sentenza e della confisca e rinviando gli atti al Tribunale di Latina per nuovo processo.
Le tappe della «Rosa dei venti» sono state altre. Nell'ottobre del 2013 la Corte Europea con una sentenza sosteneva che non si poteva confiscare la lottizzazione abusiva a seguito di prescrizione senza un processo che avesse accertato l'esistenza o meno del reato.
Nel giugno 2018 la Grande Chambre della Corte Europea ribaltava la sentenza del 2013 consentendo la confisca a seguito di prescrizione e senza accertamento del reato. Pochi mesi fa la Cassazione ha emesso una sentenza e ha sostenuto che pur condividendo la sentenza della Corte Europea del 2018 - che non si poteva confiscare con sentenza di prescrizione se nel frattempo non era stato accertato nell'istruttoria del processo il reato di lottizzazione.
E così a seguito dell'annullamento della Corte d'Appello si è svolto il secondo processo e il collegio penale in applicazione della sentenza della Cassazione ha pronunciato sentenza di prescrizione del reato senza disporre la confisca perché in precedenza non si era accertato se vi fosse o meno il reato di lottizzazione abusiva. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Montalto, Zeppieri, Palazzo, Cardinale, Fargiorgio, de Simone e Stefano Di Pietro.
Il caso
Fondi, Rosa dei Venti: niente confisca e tutto prescritto
Fondi - La decisione del Collegio Penale. I fatti contestati sono avvenuti nel 2000