Sarebbe maturato per una vendetta l'omicidio di Salvatore Attanasio, 42 anni, ucciso con quattordici coltellate due notti fa, quando era tornato nella città natale, Napoli, dopo avere vissuto per più di un anno a Latina, fidanzato con una trentenne del capoluogo pontino. Poche ore dopo la sua morte, avvenuta nell'ospedale "Vecchio Pellegrini", si è costituito l'autore dell'efferato delitto, Pasquale Rispoli, figlio dell'uomo che Attanasio era sospettato di avere freddato nel 2011, il giorno di Halloween.


La fine del 42enne costituisce, implicitamente, una spiegazione per il suo trasferimento a Latina nella primavera dello scorso anno. Oltre a questioni affettive, essendo stato legato sentimentalmente con una ragazza pontina, probabilmente Salvatore Attanasio aveva avuto bisogno di cambiare aria. Era stato scarcerato da poco, su sentenza del Tribunale del Riesame di Napoli, quando i giudici avevano accolto il suo ricorso dopo l'arresto proprio per l'omicidio di nove anni prima, quando avrebbe consumato l'agguato a colpi di pistola indossando una maschera per confondersi tra i festeggiamenti. L'indagine era stata riaperta grazie alle dichiarazioni di alcuni pentiti e il 42enne era finito in carcere anche sulla base di una serie di intercettazioni che sembravano inchiodarlo.

La sua scarcerazione, tuttavia, non era bastata per scagionarlo agli occhi della malavita napoletana, tanto che in quei giorni, quando era tornato in libertà, si registrarono una serie di raid armati contro la sua abitazione, gesti intimidatori che devono averlo convinto a lasciare Napoli. A Latina però non era passato inosservato. In pieno lockdown Salvatore Attanasio era incappato nei controlli, serrati, della Squadra Volante della Questura pontina. I poliziotti lo avevano sorpreso a girare senza valida motivazione e con un migliaio di euro in tasca: alla luce dei suoi numerosi precedenti penali, era scattata la perquisizione domiciliare che aveva permesso di trovare sette grammi di cocaina e 65 pasticche di anfetamina. Dopo un periodo nel carcere di via Aspromonte, il 42enne aveva ottenuto la libertà con obbligo di firma e, da qualche giorno, aveva chiesto di poter tornare a Napoli.