Moltissimi Comuni dei Castelli Romani e dei dintorni diranno addio, almeno per quest'anno, alle turnazioni idriche.
Lo ha di fatto sancito un decreto firmato venerdì dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che riconosce lo stato di calamità naturale per l'intero territorio laziale, con particolare attenzione ai Comuni dei Castelli Romani, delle colline e delle valli a sud della Capitale per quanto riguarda la crisi idrica dovuta alla carenza di precipitazioni.
La decisione del governatore
«Sul territorio regionale si riscontra una diffusa e generalizzata criticità connessa alla scarsità di risorsa idrica dovuta alla mancanza di piogge autunnali, aggravatasi eccezionalmente nei primi mesi dell'anno».
Si apre così il decreto firmato da Zingaretti, attraverso cui si mette nero su bianco il problema della crisi idrica che stanno vivendo 46 Comuni dell'Area metropolitana di Roma. «Sull'intero periodo di ricarica delle sorgenti, quello cioè che va da ottobre 2019 al giugno 2020 - si legge ancora nel decreto -, le precipitazioni sono state significativamente sotto la media su tutta la dorsale carbonatica. È stato inoltre evidenziato che la maggior parte delle sorgenti presenti nel Distretto dell'Appennino Centrale presenta una diminuzione delle portate nel mese di giugno 2020, rispetto al mese di maggio 2020. Tali circostanze potranno, nel corso dell'estate, portare a criticità distributive della risorsa analoghe a quelle che si verificarono nell'estate particolarmente siccitosa del 2017».
Le decisioni
Per scongiurare questi problemi, anche alla luce dell'emergenza Coronavirus tuttora in corso, Zingaretti ha voluto dichiarare lo stato di calamità. E questo porterà, per i Comuni serviti dall'acquedotto del Simbrivio, a dire addio alle turnazioni idriche. Questo perché il deficit idrico registrato (che sarebbe pari a circa il 20% del fabbisogno totale) «ha indotto l'Acea Ato 2 - scrive Zingaretti - a presentare una specifica richiesta di aumento temporaneo della portata derivata dalla sorgente del Pertuso di 190 litri al secondo. Tale richiesta è atta a compensare la riduzione di apporto idrico delle altre sorgenti che alimentano l'acquedotto del Simbrivio, al fine di evitare pesanti disagi durante la prossima estate alla cospicua quantità di abitanti che vengono serviti nei 60 Comuni alimentati da questo acquedotto».
Tra i centri interessati dal provvedimento, ovviamente, ci sono anche quelli di Velletri, Lariano, Lanuvio e Artena, tutti serviti dall'acquedotto del Simbrivio.