La ferita alla base della nuca è compatibile con la caduta, è dunque confermata l'assenza di ferite o lesioni sul corpo dovute a colluttazione. Sono queste le prime informazioni trapelate al termine dell'autopsia eseguita sulla salma di Gianmarco Pozzi, il giovane che lavorava a Ponza come buttafuori e trovato morto domenica a quanto pare in seguito ad una rovinosa caduta. L'autopsia è durata tre ore, e si è svolta ieri pomeriggio preso l'obitorio dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino. Il medico legale, La dottoressa Daniela Lucidi, incaricato dal sostituto procuratore titolare dell'indagine, la dottoressa Beatrice Siravo, depositerà i risultati dell'esame autoptico tra trenta giorni. Nel corso dell'esame, al quale non hanno partecipato consulenti di parte,  il medico ha esaminato l'unica ferita alla base del cranio, che è quella che ha provocato la rottura del rachide cervicale con conseguente morte del 28enne, originario di Roma e residente a Frascati. Durante l'operazione sono stati prelevati una serie di vetrini con materiale organico. Saranno eseguite anche delle analisi tossicologiche, sebbene la famiglia del giovane non creda ad una evento accidentale, non ha ritenuto di nominare un legale di parte. 

La tragedia è avvenuta intorno alle 11 di domenica mattina, in una zona piuttosto impervia tra le località Giancos e Santa Maria, a poche decine di metri di distanza dal monolocale che il ragazzo aveva preso in affitto. Da qualche anno Pozzi trascorreva le estati sull'isola lunata, per svolgere il lavoro di servizio di sicurezza per una società di animazione e Dj e, si divideva tra i locali di Frontone, dove aveva lavorato sabato notte e, il centralissimo ristorante cocktail bar, Blue Moon sul molo Mamozio. Sull'isola, all'indomani della tragedia si chiacchierava dell'ipotesi che il ragazzo non fosse morto per cause accidentali ma per una spedizione punitiva. Ora alla luce dell'autopsia, questa ipotesi diventa sempre più improbabile. Gianmarco è stato trovato senza vita intorno alle dodici, con indosso il solo costume e senza documenti; e l'ipotesi che stanno percorrendo gli inquirenti è che per una fatalità abbia messo un piede in fallo nel tentativo di raggiungere il mare via terra, attraverso i terrazzamenti della costa.