Così come aveva fatto prima di lui il fratello, arrestato a fine agosto per lo stesso episodio di ritorsione degenerato in rapina, anche Ferdinando Di Silvio detto Prosciutto, 23 anni, ha scelto la strategia del silenzio. In occasione dell'interrogatorio di garanzia celebrato ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Giorgia Castriota, che aveva firmato nei giorni scorsi l'ordinanza di custodia cautelare, si è avvalso della facoltà di non rispondere il giovane indagato del reato di tentata estorsione in concorso. A differenza di Antonio "Patatino", però, per Ferdinando Di Silvio i legali di fiducia, gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Sandro Marcheselli, hanno avanzato una richiesta di scarcerazione, con l'adozione di una misura meno afflittiva, gli arresti domiciliari, a fronte di un quadro indiziario meno grave e soprattutto in virtù di alcuni problemi di salute di cui soffre il 23enne.

L'arresto per il più giovane dei due fratelli Di Silvio, figli di Giuseppe detto Romolo, era scattato alle prime luci dell'alba di venerdì, quando gli investigatori avevano dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare frutto dell'indagine avviata, a fine agosto, per fare luce sull'azione dimostrativa che il fratello di Ferdinando, ovvero Antonio detto Patatino, aveva compiuto nei confronti di un giovane pregiudicato suo debitore. Per "Patatino" l'accusa era di rapina, perché entrando in casa della vittima aveva trovato il fratello di quest'ultimo e lo aveva minacciato con una pistola, prendendo alcuni loro effetti personali.