C'è un particolare piuttosto rilevante, nel caso dell'omicidio di Erik D'Arienzo, il 28enne trovato in fin di vita sul ciglio della Pontina la notte del 30 agosto con ferite che gli hanno provocato la morte dopo una settimana di ricovero in terapia intensiva. Da quella notte, infatti, non si ha traccia del telefono cellulare della vittima, ovvero un oggetto che avrebbe potuto chiarire non pochi dubbi e, in parte, potrebbe farlo ugualmente anche ora che lo smartphone non si trova.

Di certo questo particolare non è sfuggito agli investigatori, ma la consapevolezza, tra i familiari, è maturata solo nei giorni scorsi, quando hanno cercato di fare la spunta degli oggetti personali del 28enne. Insomma, del telefono non c'è traccia, non risulta sotto sequestro per l'indagine e, per quello che si sa, non è stato trovato addosso alla vittima la notte del pestaggio. Ovvero, di certo il cellulare non era a terra vicino al corpo quando sono arrivate le forze dell'ordine e se i soccorritori lo avessero trovato addosso al ferito, di certo lo avrebbero consegnato ai militari intervenuti.
Le considerazioni del caso sono inevitabili e legate a una serie piuttosto ristretta di ipotesi.

Prima di tutto è possibile che la vittima avesse lasciato il telefono da qualche parte, oppure che abbia evitato di portarlo con sé sapendo di dovere incontrare delle persone, ma questa è un'eventualità scartabile a priori. È molto probabile, invece, che qualcuno abbia avuto l'accortezza di fare sparire l'apparecchio prima di abbandonare il corpo martoriato del giovane sul ciglio della strada Pontina all'altezza della rotatoria con la Migliara 47, a poca distanza da Borgo San Donato.