All'ospedale  Goretti, ieri mattina, si è tenuta la cerimonia per la consegna di una targa donata dall'Arma dei Carabinieri alla Asl di Latina come riconoscimento per il grande ruolo svolto (e che continua a svolgere) durante l'emergenza: "Nell'unità sta la forza delle Istituzioni". Un messaggio che ha di fatto ricordato a tutti i presenti la sinergia a livello istituzionale che venne attuata nei mesi più difficili della pandemia e celebrata in seguito con la visita al Goretti dell'allora prefetto Trio, del questore Spina, del maggiore della Guardia di Finanza Bosco e del colonnello dell'Arma Vitagliano. Lo stesso Gabriele Vitagliano che quel giorno donò alla Asl la bandiera tricolore che campeggiava sul Comando provinciale dell'Arma e che da ieri sventola sul pennone all'entrata del presidio ospedaliero del capoluogo.

Il direttore generale della Asl Giorgio Casati ha colto l'occasione per fare il punto della situazione partendo dai 15 nuovi positivi in provincia: «Ne conteremo tutti i giorni - ha affermato -, perché noi siamo coscienti del fatto che con questo virus dovremo conviverci. Qualcuno dice che il vaccino arriverà in fretta, ma personalmente ne dubito. Penso che fino a dicembre dell'anno prossimo noi staremo ancora in questa condizione. Mi auguro solo un miglioramento sul fronte della capacità di adattarsi degli essere umani. Un aspetto è però evidente - ha sottolineato Casati -: stiamo pagando il prezzo dell'estate. La provincia di Latina ha uno dei litorali più belli d'Italia e sicuramente il più bello del Lazio e questo ha portato alla frequentazione di migliaia di persone tra le quali ci sono stati dei positivi. Noi a fine luglio eravamo a zero casi, 28 comuni liberi da oltre 14 giorni e altri avevano casi sporadici. Eravamo riusciti a fare un'operazione straordinaria di contenimento, frutto anche del lockdown. Una volta "aperti i cancelli" mi aspettavo un ritorno dei contagi ma non a questi livelli. E non mi aspettavo che la gente si comportasse come se in questo Paese non ci fossero stati 35mila morti e 300mila contagi». Qui il manager della Asl ha anche allargato il discorso: «Evidentemente non tutti riescono a capire che c'è in corso un'infezione che non conosciamo, per la quale non abbiamo la cura e che non sappiamo quali conseguenze farà restare nel nostro corpo anche quando l'avremo guarita. E queste cose vanno capite per noi e per le persone che amiamo e che ci stanno attorno. Senza questo senso di responsabilità ci saranno persone positive che pagheranno le conseguenza per il resto della loro vita».