Dopo anni di spallucce e vane promesse, i professionisti della progettazione hanno deciso di scendere in piazza per manifestare per un intero settore, quello dell'edilizia privata, completamente bloccato da anni a causa di una macchina amministrativa che non riesce a rispondere alle esigenze di un territorio come quello del capoluogo pontino. In un contesto che sembra peggiorare di giorno in giorno, le associazioni locali di architetti, ingegneri civili e geometri hanno deciso di manifestare apertamente contro le inefficaci, se non inesistenti, politiche di gestione dell'urbanistica che in quattro anni non hanno prodotto il potenziamento necessario. Oltretutto dopo avere tenuto ferma la pianificazione per troppo tempo.

Il "flash mob" di ieri mattina è solo l'ultimo estremo tentativo di smuovere una situazione che il solo dialogo, con l'amministrazione comunale, finora non contribuito a cambiare. Negli ultimi anni le libere associazioni e sindacati che raccolgono i professionisti pontini del settore edile, vale a dire l'Associazione Geometri di Latina, i Giovani Architetti Pontini (Gap), e il Sindacato Nazionale di Architetti e Ingegneri liberi professionisti (Inarsind), si erano adoperate per prospettare, al sindaco come agli assessori del ramo che si sono succeduti, le difficoltà vissute dagli uffici tecnici nello smaltimento delle pratiche. Appelli ai quali si sono aggiunti ovviamente quelli degli ordini professionali.
Nel frattempo però la situazione è peggiorata, gli uffici tecnici vivono ormai una cronica carenza di organico, le pratiche aumentano, i tempi d'attesa lievitano e le scelte del Comune non fanno altro che peggiorare la situazione, anziché migliorarla. Tanto che le associazioni hanno deciso di uscire allo scoperto. L'ultima scelta mal digerita, adottata con la scusa del rischio covid, è il divieto di confronto tra progettisti e tecnici comunali, imposizione che male si coniuga con la mancanza di un'interpretazione univoca della normativa edilizia da parte degli uffici tecnici.

Per non parlare della carenza di personale che interessa uffici strategici per il Comune stesso, come il condono e lo stesso ufficio tecnico, che limitano le entrate economiche dell'ente stesso. Ma la goccia che sta facendo traboccare il vaso della sopportazione, è la congestione che si sta vivendo con l'archivio, dove il solo dipendente rimasto non riesce a smaltire tutte le pratiche, con ritardi che raggiungono anche qualche mese. Archivio che mai come in questo periodo risulta fondamentale per il lavoro dei progettisti, soprattutto alla luce della mole di interventi di ristrutturazione che beneficiano dell'ecobonus. L'iter di presentazione delle pratiche richiede tempi stringenti, ma essendo necessario accertare lo stato dei luoghi, i ritardi nel rilascio dei certificati di conformità urbanistica non fa che sfumare decine, se non centinaia di cantieri che potevano contribuire a risollevare un settore ormai in crisi. Senza dimenticare che il Comune, l'unico capoluogo italiano, non ha ancora un portale informatico per l'accettazione delle pratiche edilizie e si sta dotando di un sistema che rischia di non alleggerire il carico di lavoro per gli uffici tecnici. Le associazioni ieri mattina chiedevano un ulteriore incontro in Comune, ma il sindaco non c'era e dopo un confronto con l'assessore al bilancio Gianmarco Proietti, che li ha ascoltati più per rispetto che per il proprio ruolo, sono riuscite a stanare l'assessore all'urbanistica Francesco Castaldo che cercava di evitarli. Ovviamente sono riusciti a strappare solo un confronto inadeguato sulla soluzione delle problematiche, i soliti giri di parole.