A distanza di oltre un mese resta ancora avvolta nel mistero la morte di Erik D'Arienzo, il 28enne di Borgo San Donato trovato in fin di vita sul bordo della strada Pontina tra Latina e Sabaudia, la notte del 30 agosto e poi deceduto dopo una settimana di agonia in ospedale. Ma in questo mese il lavoro dei Carabinieri non si è mai fermato, anzi nell'ultima settimana ha conosciuto un nuovo impulso investigativo: altre persone sono state interrogate nei giorni scorsi, soggetti informati su fatti legati agli ultimi giorni di vita della vittima. I detective coordinati dal sostituto procuratore Claudio De Lazzaro stanno stringendo il cerchio attorno al movente di quello che, dopo i dubbi iniziali, ormai viene considerato a tutti gli effetti un omicidio.

L'indagine sembra orientata verso gli ambienti della criminalità, ma sembra ormai escluso un collegamento diretto tra la malavita latinense e i soggetti che hanno pestato a sangue il giovane fino al punto di procurargli la morte, alla luce soprattutto dei trascorsi del padre della vittima. A tradire gli autori dell'omicidio potrebbero essere però i possibili legami, e magari gli interessi, con le persone più vicine al 28enne, ovvero la cerchia di amici che frequentava più assiduamente. Del resto una reazione tanto violenta sembra trovare giustificazione soltanto con un interesse molto forte, in come tra il giovane e i suoi aggressori.
Per questo il lavoro di investigatori e inquirenti è sempre stato orientato verso la ricostruzione degli ultimi giorni di vita di Erik D'Arienzo, per ricostruire contatti e spostamenti, non solo la sera della tragedia. Oltretutto superando la reticenza di alcuni personaggi, come l'amico che in un primo momento ha introdotto l'ipotesi dell'incidente, di fatto complicando subito il lavoro dei detective.
Perché quella di una caduta accidentale dallo scooter dell'amico, sembra un'ipotesi fantasiosa, tirata in ballo per giustificare una responsabilità, seppure marginale, ma comunque sostanziale nella vicenda. Solo l'esito dell'autopsia potrà chiarire definitivamente i dubbi sulla dinamica dei fatti, ma i primi riscontri sembrano avere già escluso la caduta sull'asfalto, a vantaggio dell'ipotesi del brutale pestaggio.