Una controffensiva che spaventa. Il Coronavirus Covid-19 è tornato a far paura, a farci temere il peggio come ai tempi del lockdown. Il virus vuole riportare indietro il calendario a colpi di contagi e a suon di bollettini sanitari da record, come quello di ieri che nella nostra provincia ha avuto l'effetto di un pugno in pieno viso: 209 casi positivi. Mai se ne erano registrati così tanti in un giorno. Anche i 126 contagi di venerdì, in confronto, appaiono adesso come un semplice avvertimento di quello che bolliva in pentola e che il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, aveva preannunciato nell'ultimo vertice istituzionale in Prefettura: «Prepariamoci a un incremento sostanzioso dei casi».

Di certo si sta preparando il Governo che, per prendere le necessarie contromisure, ha già annunciato un altro Dpcm la cui bozza verrà formalizzata a ore: "A decorrere dal 26 ottobre le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono sospese la domenica e i giorni festivi; negli altri giorni sono consentite dalle ore 5 fino alle 18". Nella bozza si prevede che dopo le 18 è vietato il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici e aperti al pubblico mentre è consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitaria. E' consentita fino alle ore 24 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. E ancora: "è fortemente raccomandato a tutte le persone di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune". Poi stop a teatri, cinema e casinò; l'attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione - materna, elementari e medie - e per i servizi educativi per l'infanzia continuerà a svolgersi in presenza. Le scuole superiori adotteranno una didattica a distanza pari al 75% delle attività e un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali. Infine: possibile chiusura delle piazze dalle 21 e stop a palestre, piscine e sale giochi.

Si torna in trincea, dunque, e non potrebbe essere altrimenti davanti a questa recrudescenza del Covid. Ieri, dei 209 casi provinciali, ben 62 - quelli annunciati dalla Asl che diventano 71, tra ospiti e operatori, come reso noto dall'Unità di crisi della Regione Lazio - sono legati al cluster della casa di cura per anziani "Domus Aurea" di Itri. «Si comunica che, in ragione dell'elevato numero di positivi riscontrati presso una struttura socio assistenziale di Itri - ha spiegato la Asl -, è stata attivata l'Unità di crisi e si sta procedendo al trasferimento dei pazienti che hanno sviluppato la polmonite presso strutture ospedaliere, mentre i restanti ospiti, insieme al personale dipendente, permarranno nella struttura e saranno sottoposti a telemonitoraggio».

Gli altri positivi? Ecco la distribuzione: Latina 35, Aprilia 30, Cisterna 13, Formia 13, Terracina 10, Minturno 6, Sermoneta 5, Roccagorga 5, Gaeta 5, Santi Cosma e Damiano 5, Fondi 4, Castelforte 3, Sezze 2, Priverno 2, Pontinia 2, Sabaudia 2, Bassiano 1, Cori 1, Maenza 1, Sonnino 1, Lenola 1. Sono stati registrati anche i decessi di due pazienti, domiciliati a Itri e Latina, che hanno fatto salire il conteggio complessivo a quota 47. Il resto del quadro generale provinciale vede 2.632 casi; il 45.75 di prevalenza; 815 guariti; 1.770 positivi di cui 1.639 trattati a domicilio (131 i pontini ricoverati).