Non ci stanno alle nuove restrizioni inserite nel Dpcm, e per questo scenderanno in piazza. Si tratta degli esercenti, dei ristoratori e dei titolari di bar, palestre e centri estetici di Latina, i quali domani alle 18 si incontreranno in piazza del Popolo per una manifestazione pacifica. 

"Ci hanno lasciati esercenti, bar, ristoranti, palestre ed estetisti. Ne danno il triste annuncio Giuseppe Conte e il Governo": così recita la locandina, che ricorda un'epigrafe, realizzata dagli organizzatori, i quali danno appuntamento a tutti presso "la camera ardente del cimitero di piazza del Popolo". 

Ed è chiaro come il nuovo decreto non piaccia a gran parte della categoria, se non tutta. Su quanto contenuto nel Dpcm - in un'altra nota - è intervenuto anche Fipe–Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi: "Le misure annunciate dal governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione. Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime

"I ripetuti annunci di chiusure anticipate – prosegue la Federazione - hanno già prodotto la desertificazione dei locali e, indipendentemente dalle novità sugli orari effettivi di apertura, le restrizioni devono essere accompagnate dai provvedimenti di ristoro economico in termini di indennizzi a fondo perduto, crediti d'imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d'azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale".

"Gli imprenditori di questo settore si stanno dimostrando persone responsabili, che rispettano rigorosamente i protocolli sanitari loro imposti, che non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell'epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza".

"Sarebbe una scelta disastrosa, con la disperazione e la rabbia che sta crescendo oltre il livello di guardia. La pandemia va gestita con attenzione sicuramente alla salute, ma anche riscontrando le aspettative e le esigenze del settore che il governo conosce perfettamente perché la Fipe le ha trasferite nelle occasioni di confronto istituzionale. Chiediamo – conclude Fipe Confcommercio - di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse".