Per una manciata di minuti si sono incrociati e tutta la paura del giorno della violenza ha attraversato l'aula della Corte d'Assise dove ieri mattina si è tenuta l'udienza più importante del procedimento abbreviato condizionato a carico del «maniaco della pista ciclabile». L'imputato, Massimiliano Caprabianca, era presente infatti mentre le vittime delle aggressioni, avvenute a distanza di due settimane l'una dall'altra, ricostruivano l'accaduto davanti al giudice Giorgia Castriota.
Le due donne, assistite dagli avvocati Giovanni Lauretti e Alessandro Mariani, sono parti civili, e ieri hanno riferito la modalità con cui hanno subito le violenze contestate. Il primo episodio il 29 aprile 2018: la vittima stava percorrendo la pista che dal quartiere Q5 porta al mare quando ha forato la gomma della bicicletta e si stava dunque spostando a piedi. Caprabianca ha superato correndo la donna, poi è tornato indietro, si è abbassato i pantaloni e ha compiuto atti di autoerotismo. La vittima ha descritto la scena e ricordato di aver implorato l'uomo di lasciarla stare e di non farle del male, aggiungendo di non essere riuscita a chiamare subito la polizia in quanto aveva il cellulare quasi scarico.