Falsa attestazione, perquisizione arbitraria e calunnia. Per queste accuse tre militari dell'Arma all'epoca dei fatti, il 2014, in forza al Comando Stazione di Cori, vennero condannati dal giudice Mattioli, ad un anno e 4 mesi di carcere. Oggi, difesi e rappresentati dagli avvocati Giancarlo Vitelli, Gaetano Marino, Oreste Palmieri e Luigi Civitella, sono stati assolti in Appello perché il fatto non sussiste per due dei capi di imputazione, e perché il fatto non costituisce reato per gli altri.

Contro di loro la denuncia di un cittadino di Cori che aveva gridato alla persecuzione. L'uomo sarebbe stato visto espletare i propri bisogni nei pressi del Comando dei Carabinieri e all'alt dei militari avrebbe tirato dritto. I militari che lo avevano riconosciuto lo hanno raggiunto a casa e qui gli hanno contestato reati e ritirato la patente. Quattro mesi dopo sarebbe stato fermato di nuovo al volante nonostante la sospensione della patente. A quel punto la denuncia di falso (l'uomo contestava il mancato rispetto dell'alt ad un "posto di blocco") e la contestazione della perquisizione.