Sono stati assolti perchè il fatto non sussiste. In cinque escono definitivamente di scena  nel processo che li vedeva imputati per la morte di una donna per scabbia norvegese e per la diffusione dell'epidemia che aveva contagiato 50 persone con oltre 400 finite sotto stretta sorveglianza  della Asl. Si è concluso ieri pomeriggio in Tribunale, davanti al Collegio penale, l'ultimo atto di una inchiesta che aveva suscitato molto clamore per il decesso di una paziente di Latina che soffriva di una patologia pregressa e che secondo l'accusa era morta per le complicazioni  a causa della scabbia.

I fatti contestati risalgono al marzo del 2013 e in aula il pubblico ministero Martina Taglione ha ricostruito quello che era avvenuto e al termine del suo intervento ha chiesto l'assoluzione per gli imputati che hanno sempre sostenuto di aver agito in modo diligente. Il collegio difensivo - composto dagli avvocati Gianni Lauretti e Pierluigi Angeloni - ha chiesto per i propri assistiti l'assoluzione e la prospettazione che hanno sempre sostenuto   è stata pienamente accolta dai giudici Francesco Valentini, Maria Assunta Fosso ed Enrica Villani.
Le indagini che avevano portato a iscrivere sul registro degli indagati sei medici (la posizione di un professionista in fase di indagini preliminari era stata poi archiviata), erano state condotte dai carabinieri del Nas ed erano scattate a seguito  del decesso di una paziente. Tra le altre accuse contestate anche l'omissione di una notifica alla Asl della sospetta diagnosi sulla donna che risale al 18 marzo mentre la morte risale a  tre giorni dopo e la comunicazione all'ufficio prevenzione malattie infettive tardiva per poter pensare di limitare il contagio.