Tutti assolti perché il reato non sussiste, è questo l'esito del processo che ha visto coinvolti i titolari del Ristorante il Carrubo di Sonnino insieme ai tecnici incaricati degli interventi "incriminati" e il tecnico comunale che li ha avallati. I locali e la proprietà circostante all'attività tornano di conseguenza nelle piene disponibilità dei suoi legittimi proprietari. Così ha deciso ieri il Giudice Enrica Villani al termine dell'udienza svolta nel pomeriggio presso il Tribunale di Latina a chiudere un cerchio aperto ormai da quasi quattro anni, ovvero dal 4 gennaio 2017 quando l'intero complesso situato lungo la SP Sonninese in località Morgazzano, era stato posto sotto sequestro dai Carabinieri.

Cade però un altro pilastro di quel terribile triangolo che mise in ginocchio parte dell'economia ricettiva dell'intero Comune quando il "caso Carrubo", seguì a distanza di qualche mese il sequestro di Villa Marcus (ancora in corso) e fece da preludio a quello dell'albergo in località Frasso, liberato a sua volta la scorsa estate. Insieme a Donato Stefanelli, titolare dell'attività e Iva De Santis, proprietari dell'immobile erano imputati anche i progettisti dell'intervento incriminato Franco Di Micco e Enrico Leoni e Antonio Dei Giudici tecnico comunale firmatario dei titoli abilitativi. A difendere le loro ragioni, è stato il collegio degli avvocati composto dai legali Domenico Bianchi, Angelo Fiore, Andrea Di Micco, Massimo Basile e Marco Verdone. L'accusa era quella di lottizzazione abusiva mediante l'edificazione progressiva di una struttura adibita a ristorante e ad attività ricettive in luogo di un preesistente manufatto rurale, in un'area avente destinazione agricola secondo il vigente Piano Regolatore di Sonnino.