La richiesta è di svolgere dei lavori socialmente utili in una cooperativa di disabili. Dopo che la sentenza è diventata definitiva e dopo che il Tribunale di Sorveglianza della Corte d'Appello ha firmato il provvedimento per l'ex giudice Antonio Lollo, adesso è pronto il ricorso in Cassazione. Sarà davanti alla Suprema Corte il prossimo step giudiziario avverso la decisione del Tribunale di Sorveglianza: la data ancora non è stata fissata e l'ex toga chiede la messa alla prova.

Antonio Lollo era finito al centro dell'inchiesta sugli incarichi pilotati nella sezione fallimentare dell'ufficio giudiziario di piazza Bruno Buozzi. Fallimenti, nomine, percentuali, soldi. Era questo il quadrilatero dello scandalo. Cinque anni fa gli arresti della Squadra Mobile che aveva contestato a vario titolo per gli indagati a piede libero e anche per chi era finito in carcere, i reati di corruzione ma anche il falso e poi la rivelazione di segreto d'ufficio.

Nel dicembre del 2017 a Perugia il primo e ultimo atto processuale con la richiesta di patteggiamento di tre anni e sei mesi che era stata accolta e ritenuta congrua, sulla scorta della lunga deposizione nell'incidente probatorio, dove Lollo aveva ammesso gli addebiti spiegando di aver venduto la sua funzione ricostruendo il patto corruttivo. In quell'occasione e davanti al gip Lidia Brutti e al pm Massimo Casucci, aveva aggiunto che voleva cambiare vita e voltare pagina. Lollo si trova agli arresti domiciliari dopo che lo scorso agosto la polizia aveva notificato il provvedimento definitivo: due anni e dieci mesi di reclusione. Proprio nei giorni scorsi in Corte d'Appello a Perugia si è concluso il processo di secondo grado per gli altri imputati che hanno scelto riti alternativi e le condanne per due professionisti e un finanziere sono state confermate. Nello scandalo erano finiti imprenditori e professionisti. «Erano quelli pronti a mangiare alla tavola che apparecchiavo, affidavo stabilmente incarichi a questi professionisti in cambio di denaro o altre utilità», aveva dichiarato in un verbale l'ex magistrato.