Non si nasconde una sfortunata avventura immobiliare dietro al fallimento che ha fatto scattare la vendita giudiziaria dell'ex università di viale Le Corbusier, ma l'ultimo spregiudicato tentativo di fare impresa prendendosi gioco di banche e tribunali. L'astuta mossa di stipulare contratti di locazione tra società diverse, ma figlie della medesima regia occulta, ha permesso agli stessi soggetti pignorati di poter mantenere il controllo, ancora oggi, del colosso da 12.556 metriquadri che svetta nel cuore del Centro Direzionale, di fatto scoraggiando i potenziali partecipanti dell'asta ormai prossima.
Le manovre per mantenere il controllo dell'immobile, che nel frattempo è stato battezzato col nome "Centro Polifunzionale Pontino", sono iniziate quando la società proprietaria, la srl Latina Sviluppo, viveva già da tempo le difficoltà economiche sfociate nel fallimento, chiesto dalla banca che non si è vista onorare il mutuo d'acquisto dello stabile. Agli inizi di settembre del 2014 viene trascritto il contratto d'affitto - ratificato il giorno 11 agosto attraverso una scrittura privata - con la Gesticon srl che conclude un vero e proprio affare, garantendosi la gestione dell'ex università per dieci anni, più l'opzione del rinnovo per un altro decennio, sborsando appena 6.000 euro al mese.
Ma forse non è un caso che il contratto di locazione sia tanto vantaggioso per l'affittuario, visto che l'amministratore e socio della Gesticon, alla data della stipula dell'affitto, è un professionista che il mese dopo sarà nominato amministratore anche della Latina Sviluppo. Ma è solo uno dei manager che si scambiano i ruoli tra le società coinvolte nell'affare ex università. E questa è solo una parte dell'intrigo, perché il 20 agosto dello stesso anno, la Gesticon srl aveva già stipulato un contratto di subaffitto dello stesso immobile con la Bankimmobiliare srl, che ancora oggi ne detiene la gestione.
Neanche a farlo apposta, scorrendo l'elenco dei manager che hanno guidato negli anni la Bankimmobiliare srl, ricorre il nome di un soggetto che è stato, per fasi alterne, sia amministratore che liquidatore della Latina Sviluppo. E l'attuale amministratore della società sublocataria è stato anche socio unico della Gesticon per un certo periodo. Insomma, un valzer di cariche e nomi che lasciano poco spazio all'immaginazione.
Nel frattempo la situazione precipita per la srl Latina Sviluppo, visto che il Tribunale di Roma ne dichiara il fallimento il 25 novembre 2016 accogliendo la richiesta avanzata l'anno prima dalla banca. E il curatore fallimentare non resta certo a guardare, visto trascina la Gesticon in Tribunale, davanti al giudice civile, per ottenere la risoluzione del contratto di affitto. Prima di tutto per morosità, nonostante il canone vantaggioso, ma c'era da aspettarselo, ma anche per una serie di modifiche interne apportate agli immobili.
L'esito del processo sembra scontato e il 21 novembre 2019 il Tribunale civile di Latina risolve il contratto di locazione condannando la società locataria a liberare immediatamente il complesso immobiliare, oltre a dover riconoscere al fallimento un'indennità di occupazione. Ma lo scorso 11 marzo è arrivato il colpo di scena: in seguito al ricorso della Gesticon, la Corte d'Appello civile di Roma ha sospeso l'efficacia esecutiva della sentenza di primo grado, in attesa di pronunciarsi nel merito.
E intanto il curatore ha ultimato le procedure necessarie per approntare il primo tentativo di vendita all'asta, il prossimo 18 dicembre, con un valore di partenza di 4.804.650 euro e un aumento minimo 400.000 euro. Viste le premesse, c'è da aspettarsi un finale scoppiettante.