Si sta rivelando molto più estesa del previsto la rete di società imbastita da Luciano Iannotta e dai suoi sodali, gli affari illeciti scoperchiati con l'inchiesta della Squadra Mobile pontina che due mesi fa ha portato agli arresti dell'operazione Dirty Glass. Passando al setaccio i documenti delle aziende finite sotto sequestro, gli inquirenti si sono ritrovati tra le mani gli indizi che portano verso un nuovo canale di riciclaggio dei capitali di provenienza illecita: per documentare quanto è stato scoperto finora, i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma hanno autorizzato una serie di perquisizioni e sequestri di documentazione, nelle sedi legali e operative di dodici società, eseguiti dalla Polizia in tutta Italia. Un filone investigativo, quello portato avanti dai detective del vice questore Giuseppe Pontecorvo, che tira in ballo anche tre contabili, tra i quali spicca un nome eccellente, quello del commercialista Sergio Gasbarra di Cisterna.

Nell'appendice investigativa stanno convergendo le dichiarazioni dell'indagato Natan Altomare, ex collaboratore di Iannotta, e le indicazioni offerte dall'amministratore giudiziario delle società sequestrate. Da un lato è emerso il chiaro intento del sodalizio criminale di utilizzare le società per il reimpiego dei capitali di provenienza illecita, dall'altro lato sono arrivati i primi riscontri che hanno fatto scattare le perquisizioni. Una vasta operazione scattata ieri mattina attraverso l'impiego di oltre duecento poliziotti per le ispezioni nelle sedi legali e operative di dodici società, uffici sparsi tra Latina, Frosinone, Rieti, Napoli, Avellino, Cosenza, Lecce, Grosseto, Bologna, Milano e Piacenza. Un'attività di acquisizione di documenti societari e contabili condotta dagli investigatori di Squadra Mobile e Divisione Anticrimine della Questura di Latina, col supporto della sezione di Polizia Postale e gli investigatori delle altre province, sotto il coordinamento del Servizio Centrale Operativo.