La procedura seguita è stata regolare. Nessuna omissione nell'iter per le tribune ospiti. E' stato il turno dell'ingegner Alfio Gentili, ex dirigente del Comune di Latina, ieri mattina in aula nel processo per le due strutture metalliche dello stadio comunale Domenico Francioni di Latina, finite sotto sequestro nel settembre del 2014 su ordine della Procura perchè non a norma. E' un'inchiesta che si è intrecciata poi con l'indagine madre denominata Olimpia che dal Francioni aveva portato anche in Comune a Latina e a riscrivere un pezzo di storia della città e degli affari nel nome dell'urbanistica.
In aula nel corso dell'udienza che si è svolta davanti al giudice Maria Assunta Fosso, il professionista pontino ha ribadito quello che aveva detto già in fase di indagini preliminari confermando le dichiarazioni che aveva rilasciato nel 2016 e aggiungendo altri elementi proprio per dimostrare di essere estraneo alle accuse contestate. Gentili è imputato nel processo sulle tribune del settore ospiti del Francioni, insieme all'ingegner Lorenzo Di Gravio, a Fabio Montico e Nicola Deodato dove a vario titolo i reati contestati sono quelli di falso e omissione di atti d'ufficio.

L'ex dirigente del Comune ha sottolineato la regolarità dell'operato e della procedura adottata in quel momento storico per ampliare le due tribune dell'impianto di piazzale Prampolini sostenendo che all'epoca dei fatti, con la squadra del Latina Calcio che militava in serie B, c'era una certa urgenza per garantire un aumento della capienza dello stadio comunale compatibile anche con i parametri richiesti dalla Federazione e che le tribune dovevano ospitare le tifoserie ospiti di numerose squadre, alcune anche importanti. Insomma le sollecitazioni sono arrivate dalle autorità che dovevano garantire la sicurezza e l'avvocato Angelo Fiore che assiste il professionista, ha fatto acquisire il verbale di una riunione del comitato per la sicurezza.
L'ingegnere inoltre ha aggiunto che la piattaforma di cemento su cui erano state montate le due tribune era già esistente da diversi anni e che le strutture erano state smontate e rimontate con una capienza maggiore come previsto dalle normative: in tutto le due tribune metalliche, potevano contenere 1400 posti.
La Procura aveva contestato il falso collaudo in questo caso all' ingegner Lorenzo Di Gravio avvenuto nell'agosto del 2014 quando il professionista - come è emerso dagli accertamenti degli investigatori - si trovava in vacanza nel Salento.
Gli inquirenti proprio per questo contestano delle irregolarità che hanno messo in pericolo la sicurezza degli spettatori come aveva sottolineato anche il giudice Giuseppe Cario nel provvedimento di sequestro.