Parola alle difese ieri pomeriggio per due ore in Tribunale a Latina per le ultime battute del processo Astice-Petrus che aveva portato alla scoperta di un giro di droga tra Pontinia, Latina, Sezze, Terracina, Sabaudia e altri centri della provincia. Dagli accertamenti è emerso che la sostanza stupefacente arrivava anche in carcere, grazie alla compiacenza di due agenti della polizia penitenziaria.
Ieri davanti al giudice Giorgia Castriota hanno parlato i difensori di tre imputati che hanno cercato di scardinare le accuse.
Ha discusso l'avvocato Sandro Marcheselli che assiste Andrea Lazzaro nei cui confronti il pm ha chiesto la condanna a due anni e due mesi di reclusione. La difesa ha spiegato che se per gli inquirenti il tenore delle telefonate è indicativo sulle modalità di spaccio di droga, in realtà è una pura interpretazione anche perchè nel corso dell'inchiesta non ci sono stati sequestri di sostanze stupefacenti nei confronti di Lazzaro.
Ha discusso l'avvocato Oreste Palmieri che difende Eneida Skenda, nei cui confronti la pubblica accusa aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi e il legale dell'imputato ha sottolineato la mancanza di elementi per provare la responsabilità del proprio assistito e ha chiesto l'assoluzione. Stessa linea adottata dall'avvocato Italo Montini che assiste Miachel Consoli e che ha sottolineato che non sono state raccolte delle prove della colpevolezza.
Il processo è alle battute finali e in aula si torna il 24 novembre quando parleranno i difensori degli altri imputati, a dicembre è prevista la sentenza del magistrato.
Sono in tutto 26 gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato; nel corso della requisitoria, i pubblici ministeri Valerio De Luca e Giuseppe Bontempo, avevano chiesto condanne complessive per oltre 120 anni di carcere. Le accuse vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti alla corruzione come nel caso degli agenti della polizia penitenziaria compiacenti, fino alla truffa aggravata alla ricettazione. Le condanne più pesanti erano state richieste nel corso della precedente udienza, nei confronti di Simone e Riccardo Petrillone: il pm aveva chiesto 10 anni.