Nell'inchiesta che ha portato in carcere Giovanni «Gianni» Bernardi, accusato di due rapine avvenute nel giro di poche ore a Latina lo scorso febbraio, spuntano altri episodi: sono almeno tre azioni con le stesse modalità e in questo caso il bersaglio non sono esercizi commerciali ma due donne e un uomo che avevano in borsa cospicue somme di denaro.
Sono tre i nuovi fatti contestati dagli investigatori nell'avviso di conclusione indagini nei confronti del 41enne, detenuto in carcere oltre che per i due raid anche perchè è ritenuto l'esecutore materiale dell'incendio al suv del vice sindaco di Sermoneta.
Le rapine sono avvenute con una cadenza precisa, sistematica. La prima è del 5 febbraio scorso quando l'indagato con il volto coperto si avvicina ad una signora e gli porta via mille euro che ha in borsa. Il giorno dopo un colpo fotocopia, sempre a Latina e con le stesse modalità, quando sorprende di spalle una donna. La vittima del colpo è appena rientrata a casa dopo che si è fermata in un negozio e viene seguita e minacciata. Anche in quel caso l'autore ha il volto travisato e sa di andare sul sicuro: nella borsa della donna ci sono infatti mille euro. L'ultima azione - sempre con questo modus operandi - si consuma a Latina e il bottino è più cospicuo: 3500 euro. In questo caso la vittima è un uomo, un commerciante che il 10 febbraio ha oltre 3mila euro nel borsello che Bernardi gli porta via. Le rapine si fermano qui ma poi nel quadro accusatorio costruito dalla Procura e dal pm Antonio Sgarrella si aggiungono altri due episodi per cui viene in un secondo momento arrestato, quando in un giorno, la sera del 17 febbraio, il 41enne mette a segno due rapine, oltre a quella di un alimentari di Borgo Piave, poco dopo colpisce in una tabaccheria di via Cisterna dove il titolare viene ferito. Tra gli elementi degli agenti della Squadra Mobile raccolti per irrobustire l'impianto accusatorio, oltre alle immagini delle telecamere della zona, un particolare considerato di primo piano: un anello che l'uomo aveva al viso e che era stato ripreso dalle telecamere. Il 41enne, subito dopo la rapina, era stato fermato alla guida di una Alfa Romeo 147 e in quel caso gli investigatori avevano recuperato e sequestrato i soldi e i pacchetti di sigarette rapinati poco prima nella tabaccheria.
L'Alfa Romeo è la stessa auto immortalata invece dalle telecamere nel centro storico di Sermoneta, poco prima dell'attentato incendiario a Maria Marcelli, vice sindaco. Bernardi in quel caso aveva eseguito un sopralluogo due ore prima di appiccare il fuoco alla vettura e aveva anche scattato una foto per essere sicuro che il suv da incendiare un Evoque fosse quello. L'inchiesta, in questo caso condotta dai carabinieri, aveva portato lo scorso giugno alla notifica del provvedimento restrittivo.
Adesso che è arrivato l'avviso di conclusione indagini per le rapine e sarà fissata la data dell'udienza preliminare davanti al gup. IL 41enne è difeso dall'avvocato Adriana Anzeloni.