Molto spesso gli stranieri che vivono clandestinamente nel nostro territorio riescono a beffare la legge, rinviando per anni l'espulsione dall'Italia. Ci riescono sfruttando un sistema, quello di gestione degli irregolari, ormai sovraccarico da anni: a pagarne le conseguenze siamo un po' tutti, visto che solitamente i clandestini vivono di espedienti, tra spaccio e furti, ma anche e soprattutto perché, ogni qual volta una pattuglia si ritrova alle prese con uno di loro, la trafila è piuttosto lunga e praticamente vana, distogliendo personale dal controllo del territorio. L'ultima volta è successo proprio di recente, tra la sera di venerdì e la mattina di ieri: tanto c'è voluto per arrivare all'ennesimo invito, per due nordafricani, a presentarsi all'ufficio stranieri per le pratiche dell'espulsione.
In questo caso parliamo di due giovani magrebini che frequentano il dormitorio comunale, quello per l'emergenza freddo allestito nei locali dell'ex istituto paritario Preziosissimo Sangue. Un servizio che il Comune ha continuato ad assicurare, per tutti i senzatetto, anche nel periodo estivo, alla luce dell'emergenza sanitaria ancora in atto. Non tutti gli ospiti, però, sono rispettosi delle norme di buona convivenza e non manca occasione che sia necessario l'intervento delle forze di polizia per riportare la calma, o peggio arrestare i più violenti. Com'è successo appunto venerdì sera, quando un tunisino e un marocchino sono arrivati alle mani per futili motivi, ferendo un terzo soggetto che era intervenuto per dividerli.
L'identità dei due nordafricani non era del tutto chiara, così i poliziotti della Squadra Volante li hanno dovuti portare in Questura per gli accertamenti. E i controlli attraverso la banca dati delle forze dell'ordine hanno rivelato, per entrambi, una situazione a dir poco ingarbugliata: entrambi già destinatari del provvedimento di espulsione, vantano anche diversi alias, ovvero tante identità e date di nascita diverse collegate alle loro impronte digitali, quante ne hanno fornito per ogni controllo di polizia. Senza contare che hanno girato mezza Europa, nella speranza di ottenere l'asilo politico, collezionando tante altre espulsioni.
Insomma, il loro controllo si è rivelato di per sé piuttosto complesso ieri notte, proprio per sviluppare ogni identità alla ricerca di eventuali carichi pendenti. E infine, una volta concluso l'iter, quando finalmente si era stabilito di procedere con l'espulsione, è arrivato l'inatteso stop: non c'era posto in nessun Centro di Identificazione per l'Espulsione, vale a dire quelle strutture dove i clandestini restano in attesa di essere imbarcati su un volo per il paese d'origine. A quel punto i poliziotti non hanno potuto fare altro che lasciarli andare via, con l'invito di presentarsi quanto prima all'ufficio stranieri per il rimpatrio. Una fiducia che puntualmente i clandestini tradiscono. Una beffa bella e buona.