E' stata assolta a fronte di una richiesta di cinque anni di reclusione formulata dal pubblico ministero nel corso della sua requisitoria. E' la sentenza emessa ieri dai giudici del collegio penale del Tribunale di Roma della nona sezione penale, nei confronti di una commercialista di Latina, imputata con l'accusa di bancarotta. E' stata assolta perchè il fatto non costituisce reato ed era difesa dall'avvocato Stefano Reali.

La professionista pontina era imputata per una distrazione di 330mila euro, operata attraverso una operazione di rimborso di un finanziamento. Come aveva ricostruito il magistrato inquirente della Procura di Roma Stefano Pesci, in qualità di amministratrice di una srl dichiarata fallita dal Tribunale di Roma con una sentenza del dicembre del 2013, secondo quanto ipotizzato ha dissipato i crediti per 330mila euro consentendo che l'adempimento fosse eseguito a favore di alcuni soci con contestuale azzeramento delle relative posizioni attive del patrimonio sociale.
Al termine degli accertamenti era emerso che la causa del dissesto della società era riconducibile alla crisi dell'azienda risultata deflagrata nel 2011 quando da un lato si è registrata l'interruzione di ogni attività che apportava ricavi e dall'altro la contabilizzazione di significative svalutazioni dell'attivo.