La Procura ha chiuso l'inchiesta e adesso non è escluso che gli indagati dell'operazione Bellavista, possano anche scegliere riti alternativi in vista del processo. A distanza di pochi mesi da quando erano scattati i provvedimenti restrittivi, il pubblico ministero Daria Monsurrò, titolare del fascicolo, ha messo la parola fine su un giro di spaccio di stupefacenti nel capoluogo pontino.
L'inchiesta degli investigatori della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Giuseppe Pontecorvo, poggia le basi su uno sviluppo investigativo dopo l'esplosione di un auto di proprietà di Marco Costanzo, 46 anni di Latina, uno degli indagati, ritenuto vicino a Nazzareno Di Giorgio, anche lui coinvolto nell'inchiesta e che era stato arrestato e con un ruolo di primo piano nel castello accusatorio.

I NOMI 

In occasione dell'esplosione della Lancia Y di Costanzo, nella zona della lottizzazione Cucchiarelli nel marzo del 2019, alcune telecamere di una villetta che si trova a poca distanza da dove era stato registrato l'attentato, avevano ripreso l'autore che era irriconoscibile ed era arrivato sul luogo dei fatti a bordo di una utilitaria molto simile a quella che ha Giovanni Cambria, anche lui e arrestato e poi rimesso in libertà dai giudici del Tribunale del Riesame e finito nell'indagine. Il pm ha chiuso tutti gli accertamenti anche per gli altri: Emiliano Valenti, Andrea Reale, 47 anni, e Mario Guiglia, 52 anni. Sono accusati di concorso in spaccio di sostanze stupefacenti. Adesso in tempi stretti è previsto l'inizio del processo.