Mentre l'Unità di Crisi regionale definisce "buona" l'adesione dei medici di base alla manifestazione di interesse per l'esecuzione dei tamponi rapidi (nella nostra provincia stando ai dati forniti dalla Regione sono 191 su 520 i dottori di famiglia che hanno dato la propria disponibilità), un nutrito gruppo di medici ha deciso di scrivere alla Asl. Il documento firmato da oltre 50 medici di base (di Latina, Aprilia e Priverno) riguarda proprio la questione dei test rapidi.
«Considerando il momento di particolare difficoltà in cui versa la sanità - si legge nel documento - da parte nostra c'è sì la disponibilità ad effettuare i tamponi antigenici rapidi, ma soltanto in sedi che dovrà metterci a disposizione la Asl e con una disponibilità oraria volontaria. Tutto a determinate condizioni».
A quali condizioni si riferiscono i medici di base affinché decidano di dare seguito alla manifestazione d'interesse mostrata a svolgere i test rapidi? «Innanzitutto l'utilizzo di aree all'aperto per l'esecuzione dei tamponi affinché la presenza di pazienti positivi non comprometta la normale attività ambulatoriale dello studio - si legge ancora nel documento - preservandone l'ambiente e la continuità lavorativa. Gli studi medici dei Mmg sono nella maggior parte dei casi ubicati in condomini dove mancano le condizioni per garantire la sicurezza agli accessi ordinari rispetto a quelli di sospetti Covid che non sono in linea con le norme regolatrici per effettuare tamponi in sicurezza. Sicurezza che pretendiamo. Inoltre pretendiamo il riconoscimento che questa pratica diagnostica sia considerata come rischio professionale con la conseguente attivazione assicurativa. In più chiediamo che ci venga fornito personale infermieristico e amministrativo - sempre messo a disposizione dalla Asl senza oneri economici o di altra natura a carico dei medici - necessario per dare indicazioni precise e semplificate ai pazienti che vengono inviati dal medico di medicina generale per effettuare i tamponi, indicandone la sede, gli orari e le modalità organizzative. Insomma, devono metterci nelle condizioni di poter fornire questo servizio senza correre rischi e nel miglior modo possibile».