Si è concluso nei giorni scorsi, a Trento, il processo per gli imputati residenti in provincia di Latina e in provincia di Roma accusati di associazione per delinquere per la frode con il gasolio che proveniva dall'estero.
Le pene patteggiate dagli imputati, tra cui alcuni residenti a Latina, altri a Pomezia e altri ancora ad Aprilia, oscillano tra tre anni e otto mesi e un anno e quattro mesi.  Il giudice ha disposto anche il dissequestro degli automezzi che erano stati sequestrati e del combustibile finito sotto chiave nelle pieghe dell'inchiesta. Le misure restrittive della Squadra Mobile di Trento coordinata dall'ex dirigente di Latina Tommaso Niglio e dalla Guardia di Finanza erano scattate esattamente un anno fa. La Procura di Trento aveva contestato il vincolo associativo sulla scorta degli elementi raccolti in fase di indagini che hanno permesso di tracciare il percorso della frode che dal Nord Italia arrivava fino a Borgo Piave. Il sodalizio si snodava tra il capoluogo e Ardea e aveva pianificato secondo gli accertamenti degli investigatori - un sistema per importare carburante di contrabbando dalla Polonia, aggirando il pagamento delle imposte.  Oltre un anno fa erano state eseguite le misure restrittive e gli investigatori avevano sequestrato 83mila litri di carburante e due depositi oltre a 18 Rolex e decine di migliaia di euro in contanti. Adesso a tutta l'inchiesta con le richieste di patteggiamento che sono state accolte è stata messa la parola fine.