Per molte persone l'incubo è quello di finire in un gruppo, l'ennesimo, di WhattsApp, che non fa altro che intasare ancora di più il telefono con una raffica di messaggi, alcuni insignificanti, altri invece che possono diventare offensivi. Per altri la piattaforma di messaggistica e i gruppi si trasformano in terreno fertile per insulti ai limiti della diffamazione, ma anche per ripicche tra ex coniugi. Come è accaduto ad un uomo e una donna entrambi di Latina che erano iscritti nel gruppo di una scuola materna del capoluogo che frequentava il figlio di lui avuto da una precedente relazione.

La separazione era stata burrascosa ed è proprio su WhatsApp che si era consumato uno tra i primi casi di diffamazione avvenuti in provincia di Latina nell'agosto del 2016. L'imputata, una 40enne difesa dall'avvocato Alessandra Fantini, aveva sostenuto nella chat dei genitori dei compagni di classe del figlio che il suo ex (dove anche lui era iscritto) non si occupava del sostentamento del bimbo e che l'aveva abbandonato. L'imputata inoltre aveva pesantemente offeso la nuova compagna del suo ex con frasi pesanti.

Accuse che avevano portato il pm Valerio De Luca a chiudere le indagini e chiedere il processo per la mamma arrabbiata. Nei giorni scorsi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina il processo si è concluso e la donna è definitivamente uscita di scena. Dopo aver presentato una lettera di scuse per quello che aveva fatto e per la condotta riparatoria con la messa alla prova e la verifica del percorso intrapreso, la vicenda in Tribunale si è conclusa con l'estinzione del reato. La parte civile era rappresentata dall'avvocato Alessandra Apponi.