L'appuntamento è per domani alle 16,30 quando il presidente Carlo Medici ha convocato la seduta, che avverrà in videoconferenza, della conferenza dei sindaci per trovare il sito di stoccaggio dei rifiuti ed evitare di farsi imporre le scelte dalla Regione. Dopo l'ultimatum dell'assessore regionale Massimiliano Valeriani non è più il momento dei tatticismi ma quello delle scelte.

La storia di questa vicenda parte a gennaio 2020 quando i sindaci ricevono la richiesta da parte della Regione di indicare i siti per impianti e discarica di servizio. Il presidente Carlo Medici si attiva, riunisce i sindaci, trova qualche intesa di massima, crea un comitato ristretto che valuti le aree e una task force di dirigenti e funzionari che assista i primi cittadini. Ma dalla celerità iniziale si passa quasi subito a un rallentamento solo parzialmente spiegabile con la pandemia che travolge il Paese. Nei primi mesi i sindaci avevano individuato una serie di siti industriali dismessi sui quali far ricadere sia gli impianti sia il sito di stoccaggio, senza però individuarne con precisione. Poi è uscita fuori l'ipotesi delle cave. E in questo senso hanno lavorato i tecnici dell'ente, che ne hanno discusso anche con i dirigenti della Regione Lazio. Nel verbale di un incontro avvenuto lo scorso 10 novembre e durante il quale i tecnici di via Costa hanno presentato alla regione le aree possibili per la discarica, i dirigenti regionali hanno ribadito però come sia opportuno tenere sempre in considerazione anche i siti industriali dismessi, semplicemente perché comportano meno pericoli dal punto di vista della procedura autorizzativa. Inoltre, va sottolineato, le cave non fanno parte delle aree individuate dal piano provinciale dei rifiuti.

Insomma i punti interrogativi sono molti. L'accordo iniziale che prevedeva impianti e sito, è saltato. Durante le riunioni che si sono svolte nel corso dei mesi, diversi sindaci concordavano sulla necessità di individuare a Latina il sito di stoccaggio, anche per il semplice fatto che il capoluogo è il Comune che al momento avrebbe più da beneficiarne essendo quello con la percentuale più bassa di raccolta differenziata. L'intesa era quasi stata trovata su un'area a ridosso della Pontina, in zona industriale. Ma Latina ha detto no. Col rischio, ora, di vedersi riaperta la discarica di Borgo Montello.